Sindrome di Peter Pan – Chi ha paura di crescere?
Potrebbe apparire quasi un pregio (la voglia di restare eternamente nella fanciullezza), ma in realtà non è proprio così. La sindrome di Peter Pan, chiamata anche “neotenia psichica”, è quella situazione psicologica (patologica) in cui si trova una persona che rifiuta o è incapace di crescere, di diventare un adulto e di assumersi, pertanto, le proprie responsabilità. La sindrome, sia chiaro, è una patologia in cui un soggetto rifiuta di entrare nel mondo “degli adulti” in quanto ostile, rifugiandosi in comportamenti e regole tipiche della fanciullezza. Il termine, entrato nell’uso comune in seguito alla pubblicazione di un libro di Dan Kiley, intitolato The Peter Pan Syndrome: Men Who Have Never Grown Up, trae il nome dal personaggio del romanzo Peter Pan scritto da James Matthew Barrie nel 1904.
La patologia insorge, solitamente, tra i 20 ed i 25 anni, quando ci si confronta con le prime responsabilità. Chi sviluppa la sindrome è fondamentalmente un bambino profondamente angosciato dall’idea di diventare grande e che, maturando, si ritrova incapace di sostenere le proprie responsabilità. Insomma, giusto per meglio chiarire il concetto, potremmo parlare di bambini nel corpo di adulti. Il complesso, sia chiaro, non ha nulla a che vedere con l’intelligenza, ma piuttosto interessa la gestione delle emozioni: se l’intelletto continua a crescere, diventando adulto, le emozioni indugiano, restando allo stadio infantile. Si pensi che le persone affette da tale sindrome impiegano gran parte del loro tempo e denaro in ciò che riguarda il mondo dei giochi.