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Trascorri troppo tempo sui social media e nel doomscrolling? La colpa potrebbe essere della FOMO

Da quando utilizziamo Internet per comunicare e connetterci, esso ha influenzato profondamente il nostro modo di pensare, sentire e comportarci. Durante la pandemia di COVID-19, molti di noi sono stati “tagliati fuori” dai nostri mondi sociali a causa di restrizioni, blocchi e mandati. Comprensibilmente, abbiamo cercato di trovare modi per connetterci online.

Ora che le restrizioni pandemiche sono ormai un lontano ricordo però, alcuni dei modi in cui utilizziamo Internet sono diventati preoccupanti. Uno dei fattori che potrebbe guidare l’uso problematico di Internet è qualcosa con cui molti di noi hanno familiarità: la paura di perdersi qualcosa, o FOMO (Fear Of Missing Out).

La FOMO, l’uso problematico dei Social Media e il Doomscrolling

La FOMO è la paura che proviamo quando sentiamo di “perderci” qualcosa che sta accadendo nella nostra scena sociale. I ricercatori di psicologia studiano la FOMO da più di un decennio e l’hanno collegata a problematiche di salute mentale, consumo di alcol e uso problematico dei social media.

L’uso dei social media diventa problematico quando le persone hanno difficoltà a controllare l’impulso di utilizzarli, a ridurne l’uso e quando questo ha un impatto negativo sulla loro vita quotidiana.

Il doomscrolling, invece, è caratterizzato dalla necessità di cercare costantemente notizie negative. I doomscroller aggiornano incessantemente i loro feed di notizie o restano svegli fino a tardi per leggere cattive notizie. Sebbene l’uso problematico dei social media sia già noto da tempo, il doomscrolling è un fenomeno più recente, emerso durante e dopo la pandemia.

La ricerca

All’interno di uno studio psicologico di Kim M Caudwell, Docente Senior di Psicologia e Presidente dei Ricercatori in Dipendenze Comportamentali, Alcol e Droghe (BAAD) presso l’Università Charles Darwin, è stata testata l’idea che la FOMO porti gli individui a comportamenti d’uso problematici a causa della loro difficoltà nel gestire la paura associata alla FOMO. Il fattore chiave è la regolazione delle emozioni: la capacità di gestire le proprie emozioni. Alcune persone sono brave in questo, mentre altre trovano difficoltà, specialmente durante periodi di stress acuto come la pandemia.

Un’idea che ha guadagnato attenzione recentemente è la regolazione delle emozioni interpersonali, ovvero guardare agli altri per aiutare a gestire le nostre emozioni. Questa regolazione può essere utile (come il “coinvolgimento affettivo”) o inutile (come la “co-ruminazione”), a seconda del contesto.

Nelle nostre analisi, abbiamo esaminato come la regolazione emotiva intrapersonale (autogestione delle emozioni) e interpersonale (affidarsi agli altri) spiegassero il collegamento tra FOMO e uso problematico dei social media, e FOMO e doomscrolling.

I risultati

I risultati hanno mostrato che le persone con una FOMO più forte si impegnano in un uso problematico dei social media a causa della difficoltà nel regolare le emozioni sia intrapersonalmente che interpersonamente. Allo stesso modo, coloro con una FOMO più forte sono attratti dal doomscrolling per difficoltà di regolazione emotiva intrapersonale. Tuttavia, non abbiamo trovato alcun legame tra FOMO e doomscrolling attraverso la regolazione delle emozioni interpersonali.

Questa differenza può essere dovuta al fatto che il doomscrolling è un’attività solitaria, mentre l’uso problematico dei social media implica contesti sociali più complessi.

L’importanza di bilanciare l’uso di Internet

I risultati della ricerca suggeriscono che le discussioni attuali sulla limitazione dell’uso dei social media per i giovani sono importanti, sebbene controverse. Dobbiamo bilanciare il bisogno di connessione sociale con le conseguenze dannose associate a comportamenti problematici su Internet.

La natura delle piattaforme di social media e come sono cambiate nel tempo è cruciale. I modelli di utilizzo dei social media da parte degli adolescenti sono associati a diversi esiti in termini di salute mentale e socializzazione.

Gli esperti e i legislatori di politica sanitaria pubblica affrontano una sfida significativa. La solitudine è un fattore che contribuisce alla mortalità per tutte le cause, mentre la connessione sociale è benefica per la salute mentale. Recentemente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha istituito una Commissione sulla Connessione Sociale per promuovere l’importanza della socializzazione.

Le piattaforme di social media sono centrali nelle nostre vite e nelle nostre interazioni. Dobbiamo considerare i diritti degli individui di usarle liberamente, ma anche la responsabilità dei governi di proteggere gli utenti dai danni e salvaguardarne la privacy.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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