La realtà virtuale è in grado di attivare reti cerebrali che aumentano la capacità di identificarsi con altre persone. Ad affermarlo è una nuova ricerca pubblicata su eNeuro, secondo cui la tecnologia potrebbe diventare uno strumento in diversi trattamenti.
Capire il punto di vista di qualcuno è d’altronde fondamentale per il successo delle relazioni. E quando questo non avviene in maniera naturale, la tecnologia della realtà virtuale può essere in grado di stimolare il processo. Un’esperienza di realtà virtuale in prima persona che fornisce un feedback multisensoriale può pertanto indurre il cervello a pensare che un corpo virtuale sia il proprio stesso corpo, ingannando il cervello e inducendolo a reagire agli eventi virtuali come se accadessero nel mondo reale!
Il team di studiosi che ha condotto tale ricerca ha usato la risonanza magnetica funzionale per monitorare l’attività cerebrale dei partecipanti mentre sperimentavano un’animazione di realtà virtuale di un uomo che abusava verbalmente di una donna, dal punto di vista della stessa.
Prima di assistere alla scena, i partecipanti hanno seguito un training di realtà virtuale incarnata come donna o come spettatore che osserva la donna. Le persone che hanno sperimentato l’incarnazione in prima persona hanno identificato il corpo della donna come proprio e hanno dimostrato un’attività cerebrale sincronizzata nello spazio personale e nelle reti di proprietà del corpo. Hanno anche mostrato una forte attività sincronizzata in parti del cervello che elaborano la percezione delle minacce quando l’uomo si è avvicinato.