Al giorno d’oggi, i ritmi di vita delle famiglie sono sempre più accelerati e frenetici, tanto che di tempo da dedicare alla propria famiglia, ce ne è sempre meno. Quasi sempre, entrambi i genitori lavorano e i figli vengono gestiti fra baby-sitter e nonni (laddove disponibili).
Purtroppo questo tipo di organizzazione familiare genera spesso sensi di colpa ed angosce nei genitori, che non riescono a dedicarsi ai loro figli come vorrebbero.
A questo punto ci viene spontaneo chiederci: ma è più importante la quantità del tempo trascorso con i nostri figli oppure la qualità del rapporto?
In realtà, psicologi e pedagogisti, sono concordi nel ritenere che ciò che fa davvero bene alla relazione genitori-figli è sicuramente la “qualità” del tempo speso con loro, ma con buon senso.
Cosa significa “qualità” con buon senso?
E’ ovvio che avere tanto tempo a disposizione da dedicare alla prole, sarebbe molto vantaggioso dal punto di vista della gestione familiare; purtroppo questa condizione, al giorno d’oggi è davvero difficile da trovare nella famiglia italiana.
Come fare dunque per assicurare ai nostri figli la giusta quantità e qualità di tempo da dedicare a loro?
Molti genitori pensano che per stare bene con i loro figli devono assolutamente creare delle situazioni stimolanti e divertenti; ciò può anche funzionare, ma solo per un periodo limitato.
La vera qualità del tempo da spendere con la famiglia, dovrebbe riguardare la quotidianità, ovvero le cose fatte tutti insieme, anche se limitate a poche ore.
Tempo per i figli: l’importanza di creare uno spazio intimo
All’interno di una famiglia, è importante ad esempio cenare tutti insieme e magari parlare della giornata trascorsa, raccontandosi gli eventi accaduti; così come è importante ritagliarsi uno spazio intimo entro il quale vivere il calore propria casa, al di fuori degli impegni del mondo esterno.
In sintesi, qualità e quantità del tempo sono entrambi importanti per una buona relazione genitori-figli, ma sta a voi definire gli spazi e i limiti entro i quali gestire tale rapporto, tenendo conto degli impegni lavorativi, sociali ed economici di ognuno.