A chi non è mai capitato di ricercare l’amore? Fa parte dell’indole umana il fatto di conoscere qualcuno, uscirci insieme ed innamorarsi, per poi vedere la relazione sgretolare. Ma perché l’essere umano ricerca l’amore e poi una volta trovato non è in grado di mantenere nel tempo la relazione di coppia? E perché invece alcune coppie riescono a tenere assieme la loro storia ed altre no?
Da un recente ricerca pubblicata da due neuroscienziate dell’amore, pare esistono delle regole per far durare la relazione. Pe l’esattezza, l’amore attraversa 4 stadi, che influenzano la possibilità di restare assieme oppure no.
Cosa accade nella nostra mente quando ci innamoriamo?
1° stadio la fase euforica dell’innamoramento: in questa prima fase dell’innamoramento la persona è al centro della nostra vita e tutto gira intorno ad essa; studiando le mappe mentali, si evidenzia una diminuzione dell’attività della corteccia prefrontale, ovvero la parte del cervello legata al giudizio negativo sugli altri. Ecco perché non vediamo i difetti del partner.
2 ° stadio, la fase dell’attaccamento: in questa fase la coppia mette in moto delle regioni del cervello collegate ai sentimenti e quindi all’aumento dell’ossitocina ovvero l’ormone dell’amore, che porta la coppia a pensare ad essere una sola cosa e non più alla somma di due persone.
3° stadio, crisi e dubbi: si entra nella fase in cui ci si fanno delle domande e iniziano i primi litigi. E’ sicuramente la fase più stressante del rapporto e più difficile da gestire, dove si iniziano a vedere cose e difetti che prima non esistevano, semplicemente perché non eravamo pronti per vederli. Il superamento di questa fase è fondamentale per la sopravvivenza o distruzione della coppia. Se la coppia non scoppia e si fortifica, allora si può passare al quarto ed ultimo stadio.
4° stadio, attaccamento profondo: è la fase finale e consolida del rapporto a due. Se la coppia è riuscita ad attraversare le fasi precedenti allora giunge al famigerato “e vissero felici e contenti”. Ma come nasce questo stadio? Semplicemente dal fatto che siamo consapevoli che l’altra persona non è esattamente come la vorremmo noi, ma abbiamo raggiunto una tale intimità affettiva, fisica e caratteriale da raggiungere un benessere psico-fisico. Durante questo stadio, il cervello rilascia una maggiore quantità di vasopressina, l’ormone del benessere.