Qualche anno fa (era il 2012) ad Ontario, vicino a Los Angeles, Nancy Schrock, moglie di Tom Schrock, nel tentativo di placare la furia del marito in preda ad un attacco violento (Tom soffriva da anni di depressione), chiama il 911: all’arrivo, gli agenti, per tranquillizzare la situazione, pensano bene di utilizzare un taser (pistola in grado di emettere una scarica elettrica modulare), rivolgendo una scarica contro l’uomo.
L’epilogo della storia non è dei migliori, Tom cade e muore in preda ad un forte shock. Le indagini accerteranno che la causa del decesso è stata, in particolare, dettata dall’interruzione del flusso di ossigeno al cervello causata da un arresto cardiaco innescato “dall’intervento delle forze dell’ordine”. La polizia era stata chiamata a casa degli Schrock almeno una decina di volte. Di solito gli agenti portavano Tom in ospedale, dove veniva curato e rimandato a casa dopo 72 ore.
Utilizzo del Teser
Negli Stati Uniti l’utilizzo del taser è cosa diffusa e le situazioni simili sono “quasi” all’ordine del giorno”: una richiesta di intervento, una scarica troppo violenta, una vittima, una richiesta di risarcimento da parte dei familiari e tutto riprende daccapo. La Reuters ha documentato oltre 1.000 casi di persone morte dopo essere state colpite da un teaser. Molte delle vittime appartengono a gruppi di persone “vulnerabili”: circa un quarto delle vittime soffriva di crisi psicotiche, come Tom Schrock, o disturbi neurologici di varia natura. In ben nove casi su dieci la vittima era completamente disarmata.