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Hikikomori

Hikikomori: un problema diffuso. Come riconoscerlo e aiutare gli adolescenti che ne soffrono.

L’Hikikomori è un problema molto conosciuto sopratutto nell’ultimo periodo, nato come termine in Giappone, questo viene utilizzato per definire una reclusione all’interno della propria abitazione volontaria. Sono sempre di più i giovani che vogliono isolarsi da tutto e tutti, che non vogliono affrontare la vita al di fuori di casa.

Il disturbo anche se nato in Giappone, in realtà interessa molti giovani e adolescenti non solo in Oriente, ma anche in Italia. Nel nostro paese secondo un’indagine si stimano all’incirca 100 mila casi. Ma quali sono i principali disturbi dell’Hikikomori? E come riconoscerli, specie nei propri figli in età adolescenziale oppure dopo la fine della scuola.

Quali sono i sintomi principali dell’Hikikomori

I principali sintomi dell’Hikikomori secondo quanto riferito sulla World Psychiatry, sono definiti da alcuni criteri specifici che aiutano anche a fare una diagnosi il più possibile veritiera. Nello specifico i sintomi principali sono:

  • Un isolamento sociale marcato all’interno della propria abitazione
  • La durata dell’isolamento sociale continuo per almeno sei mesi
  • una compromissione o un disagio associato al forzato isolamento sociale

Come si presenta nel tempo l’Hikikomori

Dunque per riuscire a capire se il proprio figlio adolescente o adulto sia affetto da Hikikomori è necessario verificare che si stia dedicando a un marcato isolamento e che non voglia uscire più di casa. Naturalmente nei criteri rientrano anche coloro che escono occasionalmente, obbligati dalle 2 alle 3 volte al massimo a settimana.

Il secondo requisito principale è dato principalmente dall’evitare le relazioni sociali. Nelle interviste che sono svolte dagli psicologi, i soggetti segnalano che hanno poche relazioni sociali significative, ed evitano le interazioni in campo sociale. L’assenza di evitamento permette di differenziare coloro che soffrono di Hikikomori e quelli che soffrono di disturbo d’ansia sociale.

Infine, il terzo punto riguarda un disagio di tipo funzionale che deve essere valutato attentamente da uno psicologo professionista. Secondo diversi studi, coloro che sono affetti da questa condizione sono soddisfatti da questo tipo di ritiro sociale nella prima fase dell’Hikikomori. In quanto, riescono così ad evitare il dolore che gli causa stare fuori casa. Con il trascorrere del tempo, questa condizione però prevede l’insorgere di un disagio per il ritiro sociale e dei forti sentimenti di solitudine.

Nel caso in cui si manifestino questi segnali di disagio, il consiglio è sicuramente quello di rivolgersi a un professionista del settore, che può aiutare il ragazzo, l’adolescente o la persona in età pre-adulta a fuoriuscire da questa fobia sociale che lo costringe a chiudersi in casa. 

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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