Quando si parla di pedagogia Waldorf, ci si riferisce alla pedagogia steineriana, ovvero quella promossa da Rudolf Steiner e che attualmente risulta essere uno dei metodi più adottati in tutte le scuole italiane.
Tutti questi metodi servono ad intervenire e ad indirizzare il comportamento e la coscienza del bambino, che si appresta a vivere il suo percorso di crescita in maniera consapevole e graduale.
Rudolf Steiner e la pedagogia Waldorf
La pedagogia Waldorf comprende un corso di studi sorti nel 1919 per mano di Rudolf Steiner, il quale si occupò di creare questo metodo che negli anni risulta essere tra quelli maggiormente adottati all’interno di ogni percorso scolastico.
Il suo approccio faceva leva su un concetto ben preciso definito come antroposofia, che in greco significa “sapienza dell’essere umano”. Lo scopo consiste nel conciliare ogni tipo di elemento spirituale con quello fisico e materiale.
Inizialmente questo metodo venne molto criticato poiché secondo molti non presentava le caratteristiche tipiche di un metodo scientifico, ma anzi poteva avere dei riferimenti al mondo esoterico o a quelli delle sette. Il metodo di Waldorf però aveva ben altri fini, in quanto intendeva insegnare a tutti ogni tipo di religione e di tradizione, in modo che ognuno potesse mettersi nei panni dell’altro e capire come una stessa cosa potesse essere osservata in maniera diversa in base alle culture e alle ideologie differenti.
I tre cicli di Steiner
Steiner promulgò delle teorie che si sviluppavano non linearmente, ma ricorrevano a dei cicli che sono solito susseguirsi durante l’educazione umana, e che hanno origine dalla prima infanzia fino al raggiungimento dell’età adulta.
Il primo ciclo è definito settennio poiché va dagli 0 ai 7 anni, ed è caratterizzato dal bambino che impara e apprende per imitazione osservando tutto ciò che succede intorno a lui e rappresentandolo.
Il secondo ciclo, definito come periodo della scuola primaria e secondaria, porta con sé degli insegnamenti riconducibili alle fiabe e alle tradizioni che hanno come compito quello di aumentare la fantasia del bambino, portandolo ad immedesimarsi nei diversi personaggi e nei diversi ruoli cercando di superare tutti gli ostacoli che essi si trovano davanti, in modo che essi sappiano come reagire alle avversità della vita reale.
Il terzo e ultimo ciclo corrisponde all’istruzione superiore, ed è proprio qui che secondo Steiner bisogna riuscire a sviluppare le proprie capacità artistiche e creative, in modo da sviluppare delle abilità oculo-manuali che possano essere il primo passo per sviluppare delle caratteristiche che ci permetteranno di incrementare intelligenza e sensibilità per poter che occupare il proprio posto nella società.
I caratteri generali dell’antropologia evolutiva
Questi cicli, secondo quanto riguarda il pensiero di Steiner, andrebbero adottati in ogni scuola poiché si tratta di piccoli passi graduali che avrebbero il compito di inserire l’ alunno all’interno di un più grande processo di apprendimento, tenendo conto delle necessità e delle differenze caratterizzate dalle culture, dall’età ma anche da tutto ciò che deriva dalle religioni e dalle usanze tipiche di una determinata etnia.
Ecco che quindi Steiner può essere descritto come iniziatore della storytelling, ovvero un processo di narrazione che prevede il racconto di vari aneddoti, storie o fiabe che riescono a presentare un diverso tipo di realtà, dove tutti essendo allo stesso livello, si possono immedesimare e arrivare a vivere le proprie esperienze e le proprie avventure adottando le proprie scelte, e allo stesso tempo assorbendo i valori e tutti quegli elementi aggiuntivi che potrebbero essere importanti nella vita.
Come la fiaba può stimolare la crescita del bambino
A questo proposito possiamo dire che la fiaba è un ottimo strumento per quanto riguarda l’evoluzione del bambino, poiché essa rappresenta una metafora della realtà che si avvale di diversi momenti, che solitamente vedono un equilibrio iniziale susseguito da complicazioni e vicissitudini, ed infine il ripristino di questo equilibrio
Attraverso questo schema fisso le fiabe riescono ad innescare e a trasmettere dei valori che andrebbero a delineare l’educazione del singolo individuo.
Spesso all’interno di queste fiabe vengono donati ulteriori insegnamenti spesso inconsci, che vengono appresi in maniera spontanea e che attraverso strumenti come mappe concettuali, riescono a potenziare l’apprendimento arricchendo l’intelletto e la consapevolezza dello studente.