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Afefobia: cos’è e quali le principali cause della paura del contatto fisico

All’interno del panorama delle fobie ne esistono diverse una di queste prende il nome di aptofobia o di afefobia e rappresenta una paura intensa e irrazionale nell’essere toccati oppure nell’avere un qualsiasi contatto fisico, anche minimo, con le altre persone.

Chi soffre di questa fobia ha problemi anche con i contatti lievi o quelli che potrebbero essere “necessari”, ad esempio, durante una visita medica. Inoltre, la fobia si estende anche al contatto nelle relazioni interpersonali e amicali.

Questa fobia porta nel soggetto sensazioni di disagio, ansia e in alcuni casi anche di panico nel minimo tocco da parte di un’altra persona. Ma cosa scatena questa paura? E in che modo influisce sulla vita di chi ne soffre?

Scopriamo cos’è l’afefobia e quali sono le cause principali.

Cos’è l’afefobia?

L’afefobia identifica un disturbo d’ansia che si può manifestare nel momento in cui si viene toccati da altre persone, si presenta dunque nel soggetto come una paura nei confronti del minimo contatto fisico.

Questo può riguardare qualunque tipologia di tocco, accidentale, intenzionale, diretto verso persone specifiche, solo verso gli estranei oppure in modo generalizzato. I soggetti che soffrono di questa fobia percepiscono in genere il contatto fisico quasi come una minaccia anche se in realtà non lo è realmente.

Questa reazione spesso si presenta come sproporzionata rispetto alla situazione e potrebbe in qualche modo limitare in modo notevole la vita lavorativa, sociale e affettiva di chi ne soffre.

Le principali cause dell’afefobia

Non sempre è semplice identificare le cause di una fobia, ci sono però alcuni fattori oppure delle esperienze passate di tipo traumatico che possono aver fatto insorgere questa paura. Inoltre, può succedere che ci sia una predisposizione di tipo psicologica, culturale oppure educativo. Vediamo nel dettaglio quali sono le cause che più comunemente possono essere considerate scatenanti l’afefobia o paura del contatto fisico.

Tra le esperienze traumatiche ci sono sicuramente: gli abusi fisici o sessuali subiti in passato che possono rendere il contatto fisico una fonte di paura e disagio. Infatti, le esperienze negative come eventuali aggressioni o violenze sessuali che possono portare alla convinzione che il tocco sia pericoloso.

Oppure potrebbe trattarsi di un peggioramento del disturbo d’ansia e dello stress post-traumatico, ad esempio, dopo un’esperienza impattante sulla vita, o dopo aver vissuto situazioni estremamente traumatiche.

L’afefobia può essere anche una conseguenza del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), in cui il contatto fisico diventa un trigger per il ricordo di eventi traumatici. Ci sono poi i condizionamenti di tipo culturale. Ad esempio, in alcune culture o famiglie, il contatto fisico può essere percepito come invasivo o inappropriato, portando a un’avversione nei confronti del tocco.

L’afefobia però può essere anche un sintomo che si presenta nelle persone che si trovano nello spettro autistico e che quindi hanno una sensibilità elevata nel contatto fisico che si traduce in un’avversione al tocco. I fattori genetici e biologici come l’ipersensibilità al tatto possono portare a una configurazione del sistema nervoso che amplifica eccessivamente ogni contatto fisico, andando ad avvertirlo così come estremamente invasivo.

I sintomi dell’afefobia

L’afefobia è una paura che si basa su un meccanismo di ipervigilanza e d’interpretazione catastrofica del contatto fisico. Le persone che sono affette da questa fobia percepiscono qualunque tocco come una minaccia, in quanto il cervello attiva una risposta d’allarme similare a quella che si verifica quando si è in reale pericolo di vita.

Ecco perché tra i sintomi dell’afefobia, a seconda di quanto sia grave il disturbo, ci sono diverse reazioni sia fisiche sia emotive molto intense. Ad esempio, tra i sintomi principali a livello fisico ci sono: tachicardia, sudorazione eccessiva, tremori, sensazione di soffocamento o difficoltà respiratorie, nausea o vertigini, tensione muscolare.

Tra i sintomi psicologici e comportamentali invece ci sono: ansia intensa all’idea di essere toccati, attacchi di panico quando si verifica un contatto inaspettato, isolamento sociale per evitare situazioni in cui il contatto è probabile, evitamento di luoghi affollati o situazioni di prossimità fisica.

L’afefobia può quindi limitare la vita quotidiana, rendendo difficile svolgere attività comuni come viaggiare sui mezzi pubblici, frequentare luoghi affollati o intrattenere relazioni affettive.

Inoltre, nel tempo, questo meccanismo si rafforza attraverso l’evitamento: più la persona evita il contatto, più il cervello conferma l’idea che il tocco sia pericoloso, alimentando la fobia. L’afefobia può essere trattata con diverse strategie terapeutiche, a seconda della gravità dei sintomi e delle cause scatenanti, in genere è consigliabile sempre richiedere sia un consulto al proprio medico di base sia al proprio psicologo.

 

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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