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Come risolvere i problemi con il giusto approccio

Tutti abbiamo problemi di cui siamo consapevoli ma che preferiamo ignorare. Ad esempio, una discussione col partner che spazziamo via il giorno dopo. Oppure un’insoddisfazione professionale che non si trasforma nella ricerca di un nuovo lavoro.

La vita è piena di problemi diversi, ma il nostro modo di affrontarli spesso rimane identico e le nostre emozioni ostacolano i progressi. Di seguito ecco cinque motivi comuni per cui non risolviamo alcuni problemi, e altrettante soluzioni per cambiare approccio.

1.    Il problema è di qualcun altro

Nelle coppie capita spesso che un partner sia sensibile a questioni specifiche di cui all’altra persona non importa altrettanto. In questi casi è facile discutere su quale sia la realtà giusta, il che non porta da nessuna parte, per poi nascondere tutto sotto il tappeto per evitare altre discussioni. Ma il problema irrisolto rimane.

La soluzione è essere sensibili alle preoccupazioni del proprio partner, senza cedere a malincuore. Si devono cercare dei compromessi vantaggiosi per tutti incontrandosi più o meno a metà strada.

2.    Sentirsi sopraffatti

Magari siamo in cerca di un lavoro ma a causa dei tanti requisiti diversi per ogni offerta e delle procedure complicate per fare domanda finiamo per evitare.

La soluzione in questo caso è iniziare con un obiettivo chiaro che aiuti a ordinare le priorità. È anche utile parlarne con qualcuno, come un buon amico, un partner o un consulente professionista che possa aiutare a perfezionare gli obiettivi.

Allo stesso tempo dobbiamo cercare di ridurre l’ansia, facendoci fare compagnia da qualcuno oppure dandoci un tempo limitato ogni giorno per svolgere quel compito.

3.    Autocritica, autostima e depressione

Può capitare di sentirsi intimiditi nel parlare del programma di lavoro con il proprio supervisore. O rinunciare a candidarsi per un lavoro perché temiamo di non essere abbastanza qualificati.

La voce critica interiore ci mette pressione per risolvere il problema e farlo bene. La bassa autostima ci dice che non siamo abbastanza bravi o che rovineremo tutto. E la depressione ci fa chiedere perché preoccuparsi, se tanto non cambierà nulla.

La soluzione è provare a capire come queste voci siano sabotaggi che scavalcano la parte razionale del cervello. Ma possono essere respinte, facendo piccoli passi verso il nostro obiettivo, magari con l’aiuto di qualcuno.

4.    Soluzioni vaghe e aspettative non realistiche

Con il partner concordiamo di ridurre le spese mensili, ma dopo un mese non è cambiato niente. Potrebbero esserci idee diverse su cosa significa. Oppure facciamo domande di lavoro per settimane, ma non ricevendo risposta ci arrendiamo. Magari sono solo bloccate nelle procedure burocratiche.

Le buone soluzioni sono comportamentali, dettagliate e realistiche. Ad esempio, un budget concordato e una tempistica ragionevole per ridurre le spese. Se poi il piano non funziona, si può tornare indietro e rimettere a punto. Oppure, un’e-mail di follow-up alle aziende dopo un paio di settimane, o una revisione del curriculum.

5.    Mancanza di responsabilità e supporto

Tentare questi nuovi approcci verso i problemi richiede responsabilità personale e supporto da parte delle persone fidate. Si può simulare un colloquio con un amico, esaminare insieme al partner ogni settimana le varie spese, oppure fare insieme un controllo delle domande di lavoro inviate.

In ogni problema c’è qualcosa da imparare, ma le lezioni più importanti riguardano proprio la stessa gestione dei problemi. Essere proattivi piuttosto che reattivi e ignorare i sentimenti di inadeguatezza infantili. Capire cosa ci impedisce di risolvere i problemi ci porterà a metà strada verso la soluzione definitiva.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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