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Come si può essere felici con quello che si ha?

Spesso la vita ci mette davanti a diverse scelte, e sempre più spesso può capitare che non siamo abbastanza contenti di quello che abbiamo, tanto da essere alla costante ricerca di elementi e situazioni in grado di migliorare la nostra situazione. Al mondo esistono persone più fortunate e sfortunate, ma in ogni caso il pensiero dell’essere umano è proiettato ad un continuo stato di insoddisfazione che lo porta a desiderare sempre di più e non accontentarsi mai di quello che possiede.

A questo proposito, è possibile essere felici accontentandosi di quello che si ha o non lo si sarà mai anche nel caso si arrivasse a possedere tutto?

La propria soddisfazione personale dipende dagli altri

Molto spesso, se non nella quasi totalità dei casi, capita di fare dei paragoni con chi ci circonda per stabilire chi possiede più cose e chi meno, oppure per valutare chi ha raggiunto livelli professionali o personali più alti, in modo da poter fare un confronto gioco su ciò che siamo noi e su quello che ricoprono gli altri.

Per far sì che una persona si sente completamente appagata dal suo status sociale, essa dovrebbe essere immersa in un contesto nel quale tutti coloro che la circondano sono considerati ad un livello inferiore e hanno meno benefici o meno beni rispetto a lei.

In caso contrario infatti, la delusione e l’insicurezza prenderebbero il sopravvento e la persona non si sentirebbe più parte integrante di quel determinato gruppo. Ciò avviene perché l’uomo va alla ricerca di persone che lo sostengano e lo possano comprendere, e quindi è molto facile che vadano a creare delle relazioni con individui simili e con le stesse prerogative e necessità.

L’evoluzione della mente umana

La mente umana ha messo in atto una sorta di meccanismo di difesa per evitare che imbarazzo e ansia arrivassero a prendere il controllo e a rendere ingestibile una data situazione. Ecco che si è creato un processo per il quale gli individui tendono a relazionarsi con persone che possiedono delle caratteristiche analoghe.

Sempre per quanto emerso dagli studi sulla mente umana, è molto probabile che all’interno di uno stesso gruppo alcuni individui, nonostante possano ricevere delle gratificazioni personali extra rispetto al resto del gruppo, preferiscano non beneficiarne per non sentirsi in imbarazzo verso gli altri membri ma continuare a sentirsi uguali in tutto e per tutto e sotto ogni punto di vista.

In che modo l’invidia può offuscare la ragione?

L’invidia è un sentimento molto negativo, tanto da essere definito come uno dei sette peccati capitali, in quanto chi prova invidia arriva a desiderare ciò che non ha e che è in possesso di altri, un elemento da ottenere per cui sarebbe disposto a qualunque cosa. Purtroppo essa è alla base della psicologia umana, in quanto molti di noi si ritrovano a desiderare ciò che non hanno anche in maniera del tutto inconsapevole.

Anche questo sentimento può essere alla base di una stato di insoddisfazione perenne che ci porta a non essere pienamente soddisfatti della nostra vita, ma grazie ad una presa di coscienza consapevole e a un ragionamento legato ai canoni e alle prospettive della vita, possiamo analizzare questo sentimento per arrivare a escludere tutte quelle componenti che potrebbero causare l’insoddisfazione del nostro ceto sociale, consentendoci quindi di apprezzare ciò di cui siamo in possesso.

L’unico modo per essere felici consiste nell’apprezzare quello che abbiamo e fare un resoconto della vita, analizzando tutti i successi e i traguardi che durante il corso degli anni siamo riusciti a raggiungere, in modo che il tutto non venga incentrato sulle mancanze ma su ciò che possediamo.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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