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Dormire riduce il rischio di Alzheimer: i risultati di una nuova ricerca

Un sonno con attività cerebrale globale a bassa frequenza (<0,1 Hz) può essere utile per rimuovere le tossine legate alla malattia di Alzheimer. A tale conclusione è arrivato un recente studio pubblicato lo scorso 1 giugno 2021 sulla rivista PLOS Biology da Xiao Liu e dai suoi colleghi della Pennsylvania State University.

In particolare, i ricercatori hanno scoperto che questa attività neuronale era più fortemente legata al flusso di liquido cerebrospinale nelle persone sane, oggetto del gruppo di controllo, rispetto ai gruppi a più alto rischio e ai pazienti con diagnosi, e che i risultati potrebbero servire come un potenziale maker di imaging per i medici nella valutazione dei pazienti.

Ancora più nel dettaglio, ricordiamo come si ritenga che lo sviluppo della malattia di Alzheimer sia influenzato dall’accumulo delle proteine tossiche amiloide-β e tau nel cervello. Il sistema linfatico del cervello svolge un ruolo cruciale nell’eliminazione di queste tossine e già un lavoro precedente aveva mostrato una possibile relazione tra l’attività cerebrale globale dipendente dal sonno e il sistema linfatico, evidenziando come questa attività sia accoppiata dal flusso di liquido cerebrospinale essenziale per il sistema linfatico.

Dunque, usando un campione di 118 soggetti nel progetto Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative, i ricercatori hanno misurato questa attività cerebrale globale e il flusso di liquido cerebrospinale, oltre a valutare i dati comportamentali. Gli individui sono stati sottoposti a sessioni di fMRI a riposo a due anni di distanza, e il team ha confrontato i loro risultati con marcatori neurobiologici e neuropsicologici relativi alla malattia di Alzheimer, come i livelli della proteina tossica amiloide-β.

Si è così giunti all’evidenza che forza della connessione tra attività cerebrale e flusso di liquido cerebrospinale era più debole negli individui a più alto rischio o che avevano già sviluppato la malattia di Alzheimer. Inoltre, questa connessione più debole era associata a livelli più elevati di amiloide-β e misure comportamentali legate alla malattia due anni dopo.

Tale conclusione suggerisce un ruolo importante per l’attività cerebrale globale dipendente dal sonno nell’eliminazione delle tossine del cervello, e la sua connessione con il flusso del liquido cerebrospinale potrebbe essere utile come un futuro marcatore per la valutazione clinica.

Il dottor Liu aggiunge che “lo studio ha collegato l’accoppiamento tra l’attività cerebrale globale a riposo e il flusso di liquido cerebrospinale alla patologia della malattia di Alzheimer. La scoperta evidenzia il ruolo potenziale delle dinamiche neurali e fisiologiche a bassa frequenza (<0,1 Hz) dello stato di riposo nelle malattie neurodegenerative, presumibilmente a causa della loro guida dipendente dal sonno del flusso di liquido cerebrospinale per lavare le tossine del cervello. Studi futuri sono necessari per comprendere appieno l’attività cerebrale globale e le modulazioni fisiologiche associate e il loro ruolo nella clearance glinfatica e nelle malattie neurodegenerative.”

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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