Home / Attualità / I quattro stadi dello sviluppo cognitivo di Piaget per i bambini

I quattro stadi dello sviluppo cognitivo di Piaget per i bambini

Se hai un bambino e vuoi scoprire in che modo avviene il suo sviluppo, non potrai fare a meno di conoscere le fasi dello sviluppo individuate da Piaget.

Scopriamo insieme di che cosa si tratta.

L’importanza dello sviluppo infantile

Ogni bambino sviluppa in maniera diversa, ma è possibile beneficiare di fasi comuni, durante le quali è possibile acquisire determinate conoscenze in specifici settori.

Piaget fu uno psicologo che si occupò di delineare la teoria dello sviluppo cognitivo, un processo che si avvale di quattro stadi, ognuno dei quali presenta delle tappe ben precise.

La teoria di Piaget espone come, in ogni tappa diversa, il pensiero dei bambini si evolva comportando dei cambiamenti comportamentali.

Prima fase: il periodo senso motorio 0/2 anni

Questa fase è principalmente basata su aspetti sensoriali, in quanto i bambini conoscono il mondo che li circonda attraverso i sensi e il movimento.

Se nei primi mesi i bambini consolidano i loro riflessi, successivamente essi riescono a raccogliere tutte le informazioni provenienti dal mondo esterno e mettere in atto dei comportamenti intenzionali,  che daranno origine a delle determinate risposte.

Successivamente il bambino diventa consapevole dell’obiettivo che vuole raggiungere e sa che, in base al comportamento messo in atto, potrà ottenere dei risultati diversi.

Tra i 18 e 24 mesi i bambini capiscono che devono ricorrere a delle associazioni mentali per risolvere i problemi e decidono quali azioni mettere in atto in maniera consapevole.

La fase pre-operativa: 2/7 anni

Dopo aver compiuto i due anni, i bambini riescono a sfruttare la propria mente riuscendo a parlare degli eventi accaduti in passato e capire il senso della casualità.

In questa fase il bambino riesce a creare analogie, differenze e a beneficiare del pensiero astratto, che gli consentirà di mettere in atto diversi processi cognitivi.

La fase delle operazioni concrete: 7/11 anni

Intorno ai 7 anni i bambini riescono ad assumere prospettive diverse e a risolvere i problemi senza farsi influenzare dai pensieri altrui, sapendo che esistono diverse categorie e che alcune di queste richiedono dei passaggi più complicati per essere gestiti.

Migliorano anche le abilità spaziali ed il bambino entra in possesso di quello che può essere definito come il concetto di conversazione.

Il bambino capisce che alcune persone possono pensarla in maniera completamente diversa dalla sua e che tutto varia in base alle proprie esperienze personali.

Il bambino però non riesce ancora ad invertire un’azione nella sua mente, in quanto non sa che qualora si manifesti un avvenimento è impossibile tornare indietro e cambiare la propria opinione in merito.

La fase delle operazioni formali: dopo il complimento degli 11 anni

A 11 anni i bambini raggiungono la fase delle operazioni formali, dove essi riescono riferimento a concetti astratti non solo verso ciò che stanno vivendo, ma in veste più generale.

Il bambino infatti, riesce a ragionare in maniera concreta traendo conclusioni diverse e raggiungendo alti livelli di competenza anche nei settori più complicati, che per avvenire necessitano di ragionamenti puramente logici.

Le differenze fra la teoria di Piaget e quella di Erickson

In merito a questo settore sono stati svolti molti studi diversi, nei quali diverse persone come ad esempio Freud ed Erickson hanno potuto dichiarare il proprio punto di vista.

In base a quanto dichiarato da Erickson, ogni fase di sviluppo permette di vivere diversi elementi e momenti personali, che quasi sempre coincidono con una dimensione positiva ed una negativa.

Tra i 12 ed i 18 mesi ad esempio, i bambini si basano sui sentimenti di fiducia e di sfiducia, ma anche di vergogna e dubbio, iniziativa e colpa, identità e confusione e tanti altri momenti che devono essere affrontati per far sì che lo sviluppo possa avvenire in maniera proficua.

Esistono anche delle similitudini nel lavoro dei due scienziati, che si basano sulla presenza degli stimoli esterni affinché il bambino possa svilupparsi, in quanto entrambi gli psicologi hanno sempre dichiarato l’importanza dell’ambiente sullo sviluppo della persona.

Quali elementi prendere in considerazione

A prescindere dal tipo di teoria, è importante riconoscere degli schemi che consentono al bambino di svilupparsi, attraverso l’organizzazione e l’adozione di categorie che possono essere adottate ed accettate da tutti.

L’adattamento infatti, si basa su delle organizzazioni cognitive che si riescono ad esprimere tramite l’assimilazione, ovvero il modo in cui i bambini interiorizzano delle informazioni provenienti dall’esterno.

Non meno importante è la reazione a questo stimolo, ovvero la risposta messa in atto dai bambini per adeguarsi alle informazioni richieste del mondo.

È importante che il bambino possa raggiungere l’equilibrio attraverso l’assimilazione di nuove informazioni, che permettono di aggiornare il sistema cognitivo ponendo delle domande che possano aiutarlo nell’ottenere le risposte che cerca.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

Vedi Anche

compiacere gli altri e non dire di no

Come smettere di compiacere gli altri e imparare a dire di no

Spesso è possibile che ci si ritrovi a compiacere gli altri facendosi trasportare e fare ...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *