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In che modo i disturbi alimentari possono incidere sulla sfera emotiva?

Spesso i disturbi alimentari si sviluppano in quelle persone che si rivelano essere molto fragili dal punto di vista psicologico, e quindi devono ricorrere a delle strategie mirate per poter adattare le proprie emozioni all’ambiente circostante.

Poter disporre di un equilibrio emotivo è molto utile poiché si ricavano tantissimi benefici sia a livello relazionale che lavorativo, mentre raggiungere dei compromessi potrebbe sfociare in patologie mentali, le cui più diffuse sono quelle a carattere alimentare.

La regolazione emotiva

Quando si parla di regolazione emotiva si fa riferimento a ogni tipo di risposta che prevede l’attivazione e la modulazione a livello inconscio di risposte emotive in grado di rispondere all’ambiente circostante.

Negli anni sono state proposte diverse teorie che servono a giustificare questa regolazione emotiva, come ad esempio il modello di Gross del 1998,  che prevede un procedimento in fasi dove le emozioni vengono prima percepite poi ampliate in base alle risposte ambientali, oppure l’identificazione delle situazioni che prevedono l’attuazione di una strategia in modo da poter mettere in atto un comportamento efficace.

Quando la regolazione delle emozioni è positiva si hanno dei vantaggi per quanto riguarda il benessere relazionale piuttosto che quello lavorativo, ma quando invece ci si deve piegare al volere altrui e non si possono mettere in atto le proprie strategie, si deve scendere ad una sorta di accordo definito anche compromesso che però può innescare delle reazioni e dei disturbi che vanno ad influenzare altre sfere, come ad esempio quella legate all’ alimentazione.

In che modo un equilibrio psicologico precario può sfociare in un disturbo alimentare?

Spesso le persone che non riescono a appagare la propria vita affettiva tendono ad assumere dei comportamenti sbagliati, in modo da sopprimere le proprie emozioni oppure viverle in maniera sbagliata.

Questo comportamento viene definito come alessitimia, in quanto si soffre di un’ incapacità di identificare le emozioni, che per quanto riguarda la sfera alimentare va a svilupparsi in abbuffate o restrizioni che sono percepite come delle strategie che possono portare ad una risoluzione, anche se in maniera del tutto errata.

Uno dei disturbi alimentari più diffusi è quello dell’anoressia nervosa, che prevede l’adozione di strategie disadattive come le restrizioni alimentari ed un’attività fisica davvero eccessiva.

Chi invece vede come propria strategia il ricorso a delle abbuffate impulsive che secondo i pazienti possono aiutare a soffocare tutte le difficoltà prende il nome di bulimico.

Ogni tipo di disturbo alimentare va ad incidere su stati affettivi che possono avere degli ottimi influssi sulla personalità, come ad esempio l’accettazione, la capacità di risolvere i problemi o la consapevolezza di vivere determinate emozioni, e allo stesso tempo incrementano tutti gli aspetti negativi come la soppressione delle emozioni e la ruminazione.

In che modo le strategie di regolazione influiscono sui disturbi alimentari?

Tutte le persone che sono affette da disturbi alimentari tendono a ad adottare queste tecniche disadattive anche se apparentemente non sono riscontrabili in primo luogo con il disturbo alimentare. Queste persone inoltre, tendono spesso a focalizzarsi su un’unica emozione che manifestano in ogni contesto.

Essa viene collegata alle difficoltà che subentrano per quanto riguarda il controllo del peso, e quindi si mettono in atto dei comportamenti che sopprimono ogni emozione e ogni processo cognitivo, arrivando a sfociare in uno schema di alimentazione completamente discontinuo.

Tutte le persone affette da questi disturbi alimentari non hanno la consapevolezza e non sanno descrivere o identificare i propri pensieri ed i propri sentimenti, riuscendo scarsamente a valutare tutti gli stimoli che derivano dalla realtà che li circonda.

Ogni tipo di studio che si è occupato di identificare la regolazione emotiva ed i disturbi che sia, prevede l’accesso a tutte queste strategie che vedono come unica fonte di intervento delle azioni mirate, in grado di potenziare queste strategie di regolazione emotiva.

Ogni tipo di approccio terapeutico deve partire dall’accettazione, in modo che il paziente riesca a valutare la propria condizione e sappia regolarsi attraverso dei trattamenti volti al recupero delle emozioni.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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