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In che modo nasce e come si sviluppa la rabbia secondaria?

La rabbia è un sentimento molto violento che purtroppo siamo costretti a provate molte volte durante la nostra vita e che spesso viene a manifestarsi in seguito ad uno stimolo minaccioso oppure tende a subentrare in seguito ad altre sensazioni.

L’origine della rabbia

La rabbia può essere descritta come una delle sette emozioni primarie in quanto è presente fin dai primi anni in ogni essere umano, mentre quella definita come rabbia secondaria è un sentimento che emerge in seguito a delle emozioni di diverso tipo, che conducono a provare diverse sensazioni.

L’ira nasce nel momento in cui percepiamo un pericolo o una situazione che non gradiamo. La nostra mente mette in atto dei comportamenti aggressivi che hanno come fine quello di garantirci la sopravvivenza.

Spesso si tratta di risposte fisiologiche automatiche che ci permettono di controllare la situazione ed attuare dei comportamenti tipici che hanno come fine quello di rispondere allo stimolo ambientale, ma spesso essa sopraggiunge in seguito a delle sensazioni che non riguardano noi in prima persona o che non ci permettono di raggiungere i nostri obiettivi.

In questi casi ecco che si passa a delle situazioni in cui non si percepisce un vero e proprio pericolo, ma si susseguono diversi tipi di emozioni come la rabbia, il fastidio e la frustrazione che possono ampliare i confini di questo sentimento.

La rabbia primaria e la rabbia secondaria

Se finora abbiamo descritto la rabbia primaria, un’importante riflessione riguarda anche l’universo della rabbia secondaria.

Essa può essere descritta come un insieme di reazioni che si verificano quando i nostri pensieri ed i nostri sentimenti non riescono a causare l’attivazione della rabbia, e quindi si cerca un modo per bloccare lo stress e il dolore che derivano da altri sentimenti. Ecco che quindi ci si può perfino arrabbiare con se stessi per aver fallito un importante traguardo della vita. In questi casi quindi tendiamo a nasconderci da emozioni diverse che non mettono in pericolo la nostra vita, ma ci portano a vivere delle sensazioni pesanti sulla nostra pelle.

La rabbia nella cultura

Ogni associazione culturale, come anche i miti e i tabù, hanno sviluppato il tema della rabbia fin dall’ infanzia, in quanto anche i bambini tendono a manifestare questi stati di nervosismo in seguito a dei mancamenti o degli insuccessi.

All’interno del proprio contesto familiare la rabbia viene associato spesso alla paura e alla tristezza e quindi quando i bambini vengono sgridati, essi si sentono deboli e incapaci e cercheranno di evitare di incappare nella stessa situazione onde evitare di sentirsi inutili.

Le prime esperienze durante l’infanzia sono molto importanti perché ci permettono di imparare a gestire la rabbia, e quindi possono rappresentare dei grandi traguardi nel campo terapeutico.

La rabbia potrà essere vissuta come un effetto collaterale dei trascorsi infantili dolorosi e così si porrà scoprire se stessi raggiungendo la consapevolezza che ci potrà essere un cambiamento legato a una nuova capacità di percepire la propria persona.

Le basi di tutto ciò devono essere poste proprio durante l’infanzia, in quanto i bambini crescono sulla base dei rinforzi che vengono trasmessi loro dai genitori.

Quando un bambino sbaglia anche in maniera inconsapevole, verrà sgridata dai genitori che in questo modo gli trasmetteranno un rinforzo negativo che il bambino assocerà in maniera istantanea nella sua mente, arrivando a collegare l’azione sbagliata ad una sensazione negativa e quindi eviterà che questa situazione si rimanifesti, onde evitare di essere sgridato nuovamente.

Allo stesso modo invece, è importante premiare e lodare il bambino quando esso compie qualcosa di buono, poiché il rinforzo positivo scatena una relazione di premio/ricompensa che favorisce nel bambino la ripetizione di comportamenti positivi.

Gestire la rabbia è veramente molto importante poiché da qui derivano moltissimi modelli comportamentali che fanno da cornice alla quotidianità di tutti noi. Anche la rabbia secondaria può essere gestita, partendo dal presupposto che non si può avere un controllo su tutto e che non tutto va nella direzione immaginata.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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