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Lo sport migliora la salute del cervello, anche contro il Parkinson

Nella malattia di Parkinson, la corteccia cerebrale può assumere i compiti di una parte più profonda del cervello che è stata danneggiata, con le cellule che producono dopamina ceh vengono erose. La forza della compensazione da parte della corteccia cerebrale determina l’entità dei sintomi. Lo dimostra una pubblicazione del Radboud University Medical Center. I pazienti possono stimolare questa compensazione attraverso lo sport, ad esempio, e quindi rallentare il processo della malattia.

Ora, era già noto che nella malattia di Parkinson le cellule cerebrali che producono dopamina scompaiono lentamente. Proprio per questo motivo ai pazienti viene somministrato un supplemento di dopamina come terapia farmacologica. Tuttavia, è stato trovato solo un legame limitato tra la perdita di queste cellule e la gravità dei sintomi del Parkinson e anche se tutte le cellule sono scomparse, l’evidenza clinica suggerisce che alcune persone continuano a presentare sintomi lievi, mentre altre ne hanno molti di più. Ebbene, i ricercatori del Radboudumc hanno cercato di capire proprio se ci fosse qualche altra ragione.

Il tema ha dunque scoperto che lo strato esterno del cervello, la corteccia cerebrale, può compensare la perdita delle cellule che producono dopamina, ritardando così il peggioramento dei sintomi. È così emerso che la gravità dei sintomi è chiaramente correlata alla compensazione da parte della corteccia cerebrale: più è attiva nell’assumere compiti, più la lentezza dei movimenti è lieve e il pensiero è migliore.

Le conclusioni ora in sintesi si basano su uno studio condotto su 353 persone con Parkinson e 60 volontari sani. Tutti i partecipanti hanno eseguito un test mentre si trovavano in uno scanner per la risonanza magnetica, che consisteva in una sorta di gioco al computer, in cui i partecipanti dovevano compiere scelte sia facili che difficili, richiedendo così un intenso sforzo al cervello. I ricercatori hanno così potuto utilizzare lo scanner per la risonanza magnetica per identificare le regioni cerebrali attive durante il gioco, aspettandosi che fare scelte difficili stimolasse la compensazione e che il dispiegamento della compensazione variasse da una persona all’altra.

Così facendo, in primo luogo hanno visto che la struttura cerebrale che dipende fortemente dalla dopamina, i gangli della base, è effettivamente danneggiata e mostra un’attività molto minore nelle persone con Parkinson rispetto ai volontari sani. I gangli della base si trovano in profondità nel cervello, sotto la corteccia cerebrale. Quest’area cerebrale permette alle persone di muoversi e pensare in modo fluido. Pertanto, un danno in quest’area porta alla lentezza dei movimenti e del pensiero nel Parkinson.

È stato inoltre scoperto che nelle persone con Parkinson esiste una relazione molto chiara tra la gravità dei sintomi e l’attività della corteccia cerebrale. Martin Johansson, che ha partecipato alla ricerca, ha dichiarato che “le persone con sintomi lievi mostravano un’attività molto maggiore nella corteccia cerebrale, soprattutto nelle aree coinvolte nel controllo del movimento. Queste aree erano addirittura più attive che nei volontari sani, il che dimostra il loro ruolo di compensazione. Nei pazienti con sintomi gravi, invece, la corteccia cerebrale era molto meno attiva che nei volontari sani”.

“Questa scoperta offre nuovi spunti per il trattamento e lo stile di vita. Nel Parkinson risolviamo la carenza di dopamina con i farmaci. Ma grazie a queste nuove scoperte, ora cercheremo di capire meglio come rafforzare la compensazione da parte della corteccia cerebrale” – ha poi aggiunto Rick Helmich, neurologo della Radboudumc. “In uno studio precedente abbiamo visto che fare esercizio tre volte alla settimana aiuta a contrastare i sintomi e previene il restringimento della corteccia cerebrale. Grazie allo studio attuale, sappiamo perché la corteccia cerebrale è così importante”.

About Roberto Rossi

Mi chiamo Roberto Rais, Giornalista pubblicista, da diversi anni  specializzato in tematiche legate alla psicologia, alla motivazione e al wellness psico-fisico. Collaboro con alcuni magazine online di settore, prestando la mia consulenza editoriale anche ad agenzie di stampa e siti web"

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