Che l’intestino sia considerato un “secondo cervello” umano era ben noto. Non lo era il fatto che, molto probabilmente, le connessioni tra la mente e questo organo sia ben più profonde di quanto si potesse immaginare.
Stando a quanto afferma un recente studio condotto al Columbia University Vagelos College of Physicians and Surgeon, infatti, le persone che soffrono di depressione, manifesterebbero in maniera più comune anche una condizione di disagio gastrointestinale. Non solo: secondo la ricerca, le due condizioni deriverebbero dallo stesso spunto: uno scenario di bassa serotonina.
Lo studio, condotto nei topi, mostra infatti che una carenza di serotonina nei neuroni che agiscono nell’intestino può determinare costipazione… in maniera sostanzialmente simile al fatto che una carenza di serotonina nel cervello può portare alla depressione. Dunque, i ricercatori ritengono che un trattamento che aumenti la serotonina nell’intestino e nel cervello possa alleviare entrambe le condizioni.
È sempre la stessa analisi a ricordarci come fino a un terzo delle persone affette da depressione sarebbe altresì interessata da una condizione di costipazione cronica, e che spesso le persone con depressione citano le difficoltà intestinali come uno dei maggiori fattori che riducono la qualità di vita.
Per la prima autrice dello studio, Kara Gross Margolis, docente associata di pediatria presso l’istituto statunitense, le analogie tra l’intestino e il cervello suggeriscono che le due condizioni possono anche condividere una causa comune. Dunque, il fatto che l’intestino sia chiamato, come abbiamo anticipato, un “secondo cervello” del nostro organismo avrebbe da oggi una ragione in più per non essere smentito.
L’intestino, ricordiamo in conclusione di questo breve flash, contiene più neuroni del midollo spinale e utilizza molti degli stessi neurotrasmettitori del cervello. Non dovrebbe dunque sorprendere che le due condizioni individuate dalla ricerca possano effettivamente essere causate dallo stesso processo di base.
È ad ogni modo incoraggiante rilevare come un trattamento farmacologico sperimentale ideato da due dei co-autori dello studio, Marc Caron, e Jacob Jacob Jacobsen, della Duke University, sia riuscito ad aumentare i livelli di serotonina nei neuroni dell’intestino e ad alleviare la stitichezza nelle cavie. Il trattamento, a base di lento rilascio di 5-HTP, un precursore della serotonina, potrebbe dunque essere in grado di generare un multiplo beneficio ai pazienti.