Abbiamo sentito spesso dire da qualcuno (o magari lo abbiamo detto noi stessi in prima persona!) che “nessuno mi capisce”, o mi ama o mi vuole bene!
L’idea che non interessiamo a nessuno e che nessuno si interessi a noi è una cosa molto diffusa, e può dipendere da varie cause. Fermo restando che, quando ci poniamo questa domanda, dovremmo risponderci con un’altra domanda che è “E perché mai qualcuno dovrebbe capirti/amarti/volerti bene?”.
La risposta a questa domanda sarebbe già un primo passo verso la soluzione del problema.
L’autostima bassa
L’autostima bassa è una delle cause che può portare a questa sensazione. nessuno ci ama perché noi non amiamo noi stessi, per prima cosa.
La mancanza di autostima è un problema perché ritenendoci inferiori agli altri quello che manca è la volontà da parte nostra di risolvere il problema, e con essa ci sembra che nessuno si interessi a noi… il che è solo una sensazione.
Essere narcisisti
Chi è narcisista tende a vedere gli altri come persone inferiori, per cui sembra che non interessiamo in alcun modo agli altri.
In realtà anche in questo caso il problema siamo noi, per il motivo opposto a quello che abbiamo visto prima: siamo troppo pieni di noi, troppo perfetti noi stessi, perché gli altri ci possano voler bene.
Mancanza di affetto da piccoli
Questa è una delle cose più difficili da risolvere, ma per fortuna è anche una delle problematiche “classiche” che la psicoterapia riesce a far superare.
In generale, la carenza di affetto da piccoli porta a sentirci diversi da tutti gli altri perché inconsciamente siamo noi a non essere in grado di provare affetto per le altre persone: è un problema da risolvere con calma, ma è difficilissimo riuscire da soli, senza aiuto.
Troppo affetto da piccoli
Anche in questo caso, la situazione contraria che affligge chi ha avuto troppo affetto quando era un bambino.
Aver avuto troppo affetto, infatti, significa che non riusciamo a essere saturi di un affetto “normale” che ci danno altre persone, come un fidanzato: in questo caso bisogna ricordare che l’affetto “normale” potrebbe non essere quello dei genitori, ma viceversa il loro magari era troppo, e non troveremo mai qualcuno che ce ne dà altrettanto.
Mancanza di comunicazione
Spesso il problema, però, è molto più banale di quanto potrebbe sembrare.
La domanda che dobbiamo farci è: io comunico? Perché se siamo spesso isolati, non abbiamo amici, non parliamo con altri e via dicendo è normale che non riusciamo a farci voler bene, e anche in questo caso il problema è la mancanza di comunicazione con chi ci sta accanto.
Questo significa che per risolvere dobbiamo solamente comunicare le nostre emozioni a qualcuno: scopriremo che intorno abbiamo molte persone disposte ad ascoltarci, a capirci e ad amarci.
Quando parlo nessuno mi capisce!
Una riflessione in parte differente è condivisibile nel momento in cui, invece, non si viene capiti quando si parla.
È ben evidente come la sensazione che nessuno comprenda davvero ciò che stiamo cercando di comunicare sia molto fastidiosa, e possa alimentare una sorta di alienazione. Non aiuta pensare al fatto che questa percezione sia più comune di quanto si possa ritenere e che abbia spesso ha radici profonde nella nostra psiche e nel modo in cui ci relazioniamo con gli altri.
Dal punto di vista psicologico, infatti, il sentirsi incompresi può derivare da diversi fattori interconnessi. Gli schemi comunicativi che sviluppiamo nell’infanzia, influenzati dalle nostre prime relazioni familiari, possono plasmare il modo in cui ci esprimiamo da adulti. Se da piccoli non siamo stati ascoltati o validati nelle nostre emozioni, potremmo aver sviluppato modelli comunicativi inefficaci o difensivi.
La difficoltà nel farsi capire può anche essere legata a un disallineamento tra il nostro stile comunicativo e quello degli altri. Alcune persone tendono a comunicare in modo più diretto e concreto, mentre altre preferiscono un approccio più astratto o emotivo. Differenze che possono creare barriere comunicative significative.
Anche l’ansia sociale e la paura del giudizio possono ulteriormente complicare la situazione. Quando siamo ansiosi, tendiamo a parlare più velocemente, a essere meno chiari e a perdere il filo del discorso, rendendo più difficile per gli altri seguire il nostro ragionamento. Inoltre, la preoccupazione costante di essere fraintesi può diventare una profezia che si autoavvera.
La soluzione spesso richiede un approccio multifattoriale. Lavorare sulla consapevolezza emotiva, praticare l’ascolto attivo e sviluppare la capacità di adattare il proprio stile comunicativo all’interlocutore sono passi importanti. Può essere utile anche ricercare feedback costruttivo da persone fidate e, se necessario, consultare un professionista della salute mentale.
Aspetto della comunicazione | Possibili ostacoli | Strategie di miglioramento |
Chiarezza espressiva | Pensieri disorganizzati, ansia | Strutturare il discorso, rallentare |
Linguaggio non verbale | Incongruenza con le parole | Allineare gesti e parole |
Timing | Momento sbagliato, fretta | Scegliere il momento giusto |
Empatia | Mancanza di sintonia emotiva | Sviluppare l’intelligenza emotiva |
Feedback | Interpretazione errata | Chiedere conferma della comprensione |
La sensazione di non essere compresi può essere superata attraverso un percorso di crescita personale e di miglioramento delle proprie capacità comunicative. Con pazienza, pratica e la giusta consapevolezza, è possibile sviluppare una comunicazione più efficace e soddisfacente!