Esci da un periodo molto complesso, lo stress ti ha fedelmente accompagnato per gran parte delle giornate e finisci per scoppiare in un lungo pianto davanti ad un film d’amore? Nulla di più benefico per il tuo organismo, questo è quello che si può definire “un gran bel pianto”.
Moltissime persone avvertono un profondo senso di beneficio dopo essersi lasciati andare a fiumi di lacrime, ma qual è il motivo dietro questa sensazione di estremo benessere a seguito del pianto?
Nella società frenetica in cui viviamo, spesso c’è proibito lasciarci andare a momenti di tristezza, commozione; il motivo principale di questo “veto” è dato dal fatto che gran parte delle persone ritengono che le lacrime siano un sinonimo di debolezza, forse perché queste ultime possono trasferire implicitamente una richiesta di aiuto, di sostegno.
Una modalità molto comune a gran parte degli esseri umani, è quella di associare le lacrime ai più piccoli, non è insolito sentir dire “quell’uomo piangeva come un bambino”, come se l’età adulta non consentisse la possibilità di esprimere in questo modo le proprie emozioni poiché esse sono un segno di fragilità.
Mai considerazione è stata più erronea: piangere è sinonimo di maturità emotiva, il pianto è un’azione che esprime la correttezza con la quale abbiamo imparato ad elaborare i nostri sentimenti ed i nostri vissuti interiori.
Sono gli scienziati a confermare ciò: il pianto può avere un effetto realmente catartico.
Perché le persone non sono abituate a piangere?
La risposta principale a quest’affermazione è che alcuni di noi hanno ricevuto insegnamenti di tipo restrittivo sin dalla propria infanzia, uno di questi è quello che bisogna imparare a trattenere le lacrime, soprattutto se siamo in pubblico, così da non mostrare quello che noi crediamo essere un forte senso di debolezza.
Impariamo a conoscere, elaborare, mettere in parole ed.. “in pianto” le nostre emozioni, solo in questo modo potremo sciogliere i nostri conflitti interiori e alleviare i nostri stati d’animo negativi.