C’è davvero una relazione tra la conoscenza e l’ordine sociale?
Qual è la correlazione tra la conoscenza e l’ordine sociale? Qualche anno fa, sono stati condotti alcuni studi che hanno affrontato la questione del ruolo che la Conoscenza ricopre all’interno della società, di come la strutturazione di questa passi per una serie di meccanismi di costruzione della realtà ed ancora, di come la costruzione di tale realtà, logica conseguenza di processi di apprendimento, sia alla base di ciò che è definito ordine sociale: elemento funzionale dell’equilibrio societario.
L’analisi pone in evidenza come l’ordine sociale sia, di fatto, la derivazione di processi di apprendimento che tendono a cristallizzare nella mente del singolo e di conseguenza nella coscienza collettiva particolari strutture di pensiero che si concretizzano in esteriorizzazioni funzionali al mantenimento dell’ordine stesso. Le Istituzioni in generale, la religione, la divisione del lavoro in particolare e solo per citare alcuni derivati societari, sono le logiche oggettivazioni della necessita di regolamentazione della massa sociale: “La conoscenza, nella società, specificandosi in settori determinati fissa le condotte individuali che si “oggettivizzano” in ruoli ben precisi. Ogni ruolo è inserito in un settore che è parte integrante del sistema societario, a sua volta funzionale per il mantenimento dell’equilibrio della società stessa”.
L’equilibrio è assicurato quindi da un ordine sociale garantito da specifiche Istituzioni: queste, esercitando il controllo grazie ad uno specifico apparato normativo, che impone il proprio potere, definiscono quelli che sono gli scarti dalla “normalità”. In casi di devianza vengono, a seconda dei casi, posti in essere i necessari meccanismi di gestione e riassorbimento del disequilibrio.
In breve, partendo dal presupposto che la società è un prodotto di genesi umana e che l’uomo è un ente che nelle sue peculiarità è di derivazione sociale, lo studio realizzato giunge a sostenere che “Se è vero, come è vero, che è l’individuo a creare le strutture sociali per garantire l’ordine e l’equilibrio è anche vero che, successivamente, questi è imbrigliato da tali strutture, ad un livello tale che, coercitivamente, queste gli limitano la libertà d’azione, sottomettendolo ad una logica societaria totalmente altra rispetto a quella di derivazione”.