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Secondo la scienza non sempre lo stress è negativo per i bambini

Secondo uno studio condotto dagli americani a marzo del 2020 per i ragazzi che hanno tra i 9 e i 13 anni, non sempre lo stress durante il periodo dell’infanzia può essere negativo. Una piccola dose di stress permette di accelerare, secondo lo studio, lo sviluppo e l’elaborazione sociale ed emotiva che funge da fonte potenziale di resilienza, inoltre ritarda anche l’invecchiamento delle cellule.

Lo studio che è stato pubblicato dal Cerebral Cortex ha preso in esame la risposta emotiva e sociale dei ragazzi sia a livello cellulare sia neurale. Lo studio ha dimostrato come gli adolescenti abbiano vissuto delle esperienze molto stressanti della loro vita, e presentano una connessione tra la corteccia prefrontale e l’amigdala simile a quella degli adulti.

I risultati degli esami condotti dall’Università della California

L’analisi che è stata condotta da un team dell’Università di Stanford in California su 214 ragazzi e giovani adolescenti, seguiti per circa due anni. I ricercatori hanno voluto esaminare le relazioni tra ELS (bambini che sono stati sottoposti allo stress precoce) e l’attività della circuiteria frontale neutrale e dell’amigdala durante la visione di alcune facce emotive. Durante il controllo è stato misurato l’invecchiamento cellulare, il tempo puberale e l’accorciamento dei telomeri.

Secondo gli esami lo stressa aiuta i bambini a sviluppare una buona resilienza

I bambini che sono sottoposti precocemente allo stress sono in grado di aiutare i bambini a sviluppare un più forte senso di resilienza contro le avversità. Tra i principali fattori di stress ci sono: aver dovuto fare troppi spostamenti, espulsione dal paese d’origine, morte di un familiare o persona cara, divorzio dei propri genitori, incidente stradale, malattie, problemi finanziari, sparatorie, violenza a livello domestico, disastri naturali, suicidio di una persona cara.

I ricercatori durante le indagini, in base al livello di stress che è stato rilevato nei bambini, i ricercatori sono riusciti ad analizzare i telomeri e la funzione dell’amigdala e della corteccia prefrontale. Di solito nei bambini queste due zone del cervello si presentano sincronizzate, mentre nell’adulto quando si attiva la corteccia prefrontale, l’amigdala si silenzia. I bambini che sono più sottoposti a situazioni di stress presentano le due zone del cervello molto più simili alle reazioni che hanno gli adulti. Quindi le reazioni socio emotive si presentano più mature.

Quindi secondo i ricercatori, non tutti gli effetti sono dovuti allo stress, alcuni possono influire in modo positivo sviluppando in loro la capacità di sviluppare la resilienza alle avversità.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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