Hai mai sentito parlare di Sindrome del tramonto, o sindrome crepuscolare?
Magari qualche volta avrai sentito questi termini, ma magari non sai di cosa si tratta e come la si affronta.
Considerato che si tratta di una sindrome molto importante e più diffusa di quanto si pensi, nelle prossime righe abbiamo cercato di fare il punto su questa condizione, sul perché moltissime persone ne soffrono e come si può trattare e guarire.
Cos’è la sindrome del tramonto?
La sindrome del tramonto è una patologia che colpisce le persone anziane e soprattutto quelle affette da demenza o morbo di Alzheimer, tra le quali, stando ad alcune recenti analisi, di solito 1 su 5 si ammala.
Come vedremo, si manifesta con una serie di sintomi psichici che si verificano al calar del sole o comunque quando si è esposti ad ambienti privi di luce. Nonostante se ne parli poco, in realtà non è una scoperta recente della medicina, in quanto gli stessi sintomi sono stati già ampiamente affrontati da Ippocrate nella teoria degli umori.
Conosciuta anche come sundowning o sundowner’s syndrome, è pertanto un fenomeno neuropsichiatrico complesso che può colpire anche individui che soffrono di altre condizioni neurologiche o durante ricoveri ospedalieri prolungati, peggiorando i sintomi cognitivi e comportamentali nelle ore serali, tipicamente al tramonto o nelle prime ore della notte.
Quali sono i sintomi della sindrome del tramonto?
Introdotto che cos’è la sindrome del tramonto, cerchiamo di approfondire quali siano i sintomi della sindrome del tramonto, anche al fine di intercettare prontamente la sua comparsa e evoluzione.
La sindrome del tramonto si manifesta attraverso una varietà di sintomi che tipicamente emergono o si intensificano nelle ore serali, in particolare al crepuscolo o nelle prime ore della notte:
- stato confusionale mentale. È il sintomo più caratteristico, rappresentato da un improvviso aumento della confusione mentale, con il paziente che può apparire disorientato nel tempo e nello spazio, faticando a riconoscere l’ambiente circostante o le persone familiari. La confusione è spesso accompagnata da un’accresciuta agitazione, che può manifestarsi con irrequietezza motoria, difficoltà a rimanere fermi o seduti, e un generale stato di nervosismo;
- ansia. Anche l’ansia è un altro sintomo prominente, con i pazienti che possono esprimere preoccupazioni irrazionali o paure intense, spesso legate alla sensazione di essere in pericolo o di dover tornare a casa (anche se sono già nella propria abitazione). Non è raro che l’ansia possa evolvere in comportamenti aggressivi o ostili, con il paziente che può diventare verbalmente o fisicamente aggressivo verso i familiari e le persone care, con un comportamento che contrasta nettamente con il loro solito temperamento diurno.
- disorientamento spazio-temporale. molti individui affetti dalla sindrome del tramonto sperimentano anche allucinazioni visive o uditive. Iniziano cioè a vedere o sentire cose che non esistono, il che può ulteriormente aumentare il loro stato di agitazione e confusione. Il vagabondaggio è un altro sintomo comune, con i pazienti che possono cercare di lasciare la casa o la struttura sanitaria, mettendosi potenzialmente in situazioni di pericolo;
- disturbi del sonno. Sono strettamente legati alla sindrome del tramonto, con i pazienti che possono mostrare un’inversione del ciclo sonno-veglia, rimanendo svegli e attivi durante la notte e sonnolenti durante il giorno. A volte questa condizione può portare a una maggiore irritabilità e a difficoltà di concentrazione durante le ore diurne;
- comportamenti ripetitivi o compulsivi. Spesso si manifestano anche comportamenti di tipo ripetitivo o compulsivo, come aprire e chiudere continuamente cassetti, riordinare oggetti in modo ossessivo o ripetere determinate frasi o domande. Possono anche verificarsi cambiamenti nell’umore, con rapidi passaggi dalla tristezza all’euforia, o viceversa.
Per quanto intuibile, è bene considerare che non tutti i pazienti sperimentano tutti questi sintomi, e che la loro intensità può variare da persona a persona e da un giorno all’altro. In generale, inoltre, questi sintomi sono più pronunciati nelle ore serali, ma è anche vero che alcuni pazienti possono mostrarli in misura minore anche durante il giorno, con un’esacerbazione al tramonto.
È molto importante soffermarsi sulla comprensione e sul riconoscimento tempestivo di questi sintomi sono cruciali per una gestione efficace della sindrome del tramonto, permettendo al personale sanitario di implementare strategie appropriate per migliorare il comfort e la sicurezza del paziente.
Le cause più comuni della sindrome del tramonto
Sono diverse le cause più comuni della sindrome del tramonto, spesso integrate tra di loro a rendere ancora più complesso lo scenario di partenza.
Per esempio, è ben noto che una delle principali cause è legata alle alterazioni del ritmo circadiano. Il nostro orologio biologico interno regola i cicli di sonno-veglia e altri processi fisiologici in base all’alternanza di luce e buio: ebbene, nelle persone che sono affette da demenza o altre condizioni neurologiche, questo meccanismo può essere compromesso, portando a confusione e agitazione quando la luce naturale diminuisce. La produzione di melatonina, l’ormone che regola il sonno, può essere alterata, contribuendo ulteriormente a questo squilibrio.
Un’altra determinante ricorrente è la stanchezza accumulata durante il giorno: i pazienti con demenza spesso faticano a gestire lo stress e gli stimoli quotidiani. Al termine della giornata possono trovarsi in uno stato di esaurimento che si manifesta con un aumento dell’irritabilità e della confusione.
Anche i cambiamenti nell’ambiente circostante possono giocare un ruolo importante. L’aumento delle ombre al tramonto, infatti, può alimentare illusioni visive e aumentare la confusione. Inoltre, la riduzione delle attività e dei rumori familiari, tipiche delle ore serali, può generare un senso di disorientamento e ansia.
Tra gli altri fattori che meritano di essere analizzati per valutare correttamente l’insorgenza della sindrome del tramonto vi sono poi le fluttuazioni ormonali. Il cortisolo, l’ormone dello stress, segue normalmente un ritmo circadiano con livelli più bassi la sera. Nelle persone con sindrome del tramonto, questo ciclo può essere alterato, portando a livelli elevati di cortisolo nelle ore serali e contribuendo all’agitazione e all’ansia.
Anche i fattori medici possono anche contribuire alla sindrome del tramonto. Condizioni come il dolore non trattato, le infezioni, la disidratazione o gli squilibri elettrolitici possono esacerbare i sintomi, soprattutto nelle ore serali quando il corpo è più stanco. Lo stesso si può dire per l’uso farmaci e, in particolar modo, quelli con effetti sul sistema nervoso centrale, che può influenzare l’insorgenza della sindrome. Alcuni farmaci possono avere effetti collaterali che si manifestano più intensamente verso sera, contribuendo ai sintomi.
Come già anticipato qualche riga fa, è però importante considerare che la sindrome del tramonto è spesso il risultato di una combinazione di questi fattori, piuttosto che di una singola causa. La comprensione di queste molteplici cause è fondamentale per sviluppare strategie di gestione efficaci e personalizzate, mirate a migliorare la qualità della vita dei pazienti.
Come curare la sindrome del tramonto
La sindrome del tramonto può essere affrontata con diversi trattamenti, da personalizzare sulla base delle condizioni del paziente. Proprio per questo motivo il nostro suggerimento è sempre quello di ricorrere alla consulenza qualificata e dedicata del proprio medico di riferimento.
Abbiamo comunque cercato di riepilogare alcuni dei trattamenti più comuni, spesso integrati tra di loro, al fine di ottenere i migliori risultati nel breve periodo:
Trattamento | Cosa fare |
Mantenere una routine regolare | Stabilire orari fissi per i pasti, il sonno e le attività quotidiane, e cercare di mantenere costanti gli orari di sveglia e di andare a letto |
Gestire l’ambiente | Aumentare l’illuminazione nelle ore serali per ridurre le ombre e la confusione, ridurre il rumore e le distrazioni durante la sera e mantenere una temperatura confortevole nell’ambiente |
Attività e stimolazione | Incoraggiare l’attività fisica durante il giorno per favorire un migliore sonno notturno, limitare i sonnellini pomeridiani, specialmente quelli tardivi e proporre attività rilassanti nelle ore serali, come ascoltare musica soft o fare esercizi di respirazione |
Alimentazione e idratazione | Evitare caffè, alcol e grandi pasti serali, e assicurarsi che la persona beva abbastanza acqua durante il giorno, ma limitare i liquidi verso sera per ridurre le necessità notturne di andare in bagno |
Approccio comunicativo | Parlare con calma e rassicurare la persona, evitare discussioni o argomenti che possano causare agitazione e utilizzare distrazioni positive se la persona diventa ansiosa |
Sicurezza | Assicurarsi che l’ambiente sia sicuro per prevenire cadute o incidenti e considerare l’uso di sistemi di monitoraggio notturno se necessario |
Terapia della luce | Esporre la persona alla luce solare durante il giorno e considerare l’uso di una lampada per la terapia della luce sotto supervisione medica |
Supporto medico | Consultare un medico per escludere altre cause mediche dei sintomi e discutere l’eventuale uso di farmaci per gestire l’ansia o i disturbi del sonno, da utilizzare solo se necessario e sotto stretto controllo medico |
Monitoraggio e adattamento | Tenere un diario dei sintomi e dei comportamenti per identificare potenziali trigger e essere flessibili e pronti ad adattare le strategie in base alle esigenze che cambiano nel tempo |
In ogni caso, non possiamo che rammentare – in conclusione di questa breve guida – come ogni persona sia unica Come tale, ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro. È importante lavorare a stretto contatto con professionisti sanitari per sviluppare un piano di cura personalizzato e ricordarsi che la pazienza, la comprensione e un approccio coerente sono fondamentali nella gestione della sindrome del tramonto.