La bulimia è uno dei disturbi dell’alimentazione più importanti e frequenti dei giorni nostri. Insieme all’anoressia, una situazione simile ma differente, affligge adulti e adolescenti ed è caratterizzata da una fame costante, tanto che il nome stesso del problema deriva da “fame da bue”, in greco.
La bulimia è una malattia psicologica che ha come sintomo principale l’abbuffarsi, per poi cercare di perdere peso in vari modi (vomito autoindotto, lassativi); tuttavia, non sempre chi mangia tanto è affetto da questo problema, e oggi cercheremo di capire quando si può parlare effettivamente di bulimia.
1. Presenza di abbuffate ricorrenti
Per parlare di bulimia le abbuffate devono essere ricorrenti, cioè ripetersi quasi tutti i giorni e con significative quantità di cibo.
Per cui non è affetto da bulimia né chi si abbuffa a cena con gli amici una volta a settimana, né chi mangia tutto il giorno (continuativamente, ma in quantità normali); chi mangia tanto e con vere e proprie abbuffate potrebbe invece essere bulimico.
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