Chi sono le vittime della sindrome dell’uomo morto?
Gli sfortunati che manifestano la sindrome di Cotard, molto spesso, soffrono di psicosi come la schizofrenia e altre condizioni mentali patologiche, ma può emergere anche in seguito ad alcune malattie neurologiche, ad alcuni traumi molto gravi (si pensi ad un incidente stradale), a neoplasie e/o infezioni cerebrali. La letteratura medica in merito sostiene che le lesioni a carico del lobo parietale sono quelle più associate allo sviluppo di tale patologia. Chi colpisce? Soprattutto le donne. La fascia di età più interessata è quella vicino ai 50 anni, ciò nonostante sono noti svariati casi di soggetti molto più giovani.
Ma cos’è la sindrome di Cotard? La particolare patologia, conosciuta anche con il suggestivo nome di “sindrome dell’uomo morto” o “sindrome del cadavere che cammina” è una rara disfunzione psichiatrica contraddistinta dalla profonda convinzione di esser morti e di aver, pertanto, perduto gli organi interni. Tra le vittime, alcune hanno addirittura dichiarato di sentire il tanfo della propria carne marcescente. Lo squilibrio si manifesta in tre successive fasi crescenti di gravità: dapprima si palesa un grave disturbo depressivo, accompagnato da svariati eventi psicotici, successivamente il soggetto inizia a negare di esser vivo, dichiarando di aver perduto i propri organi e il sangue, infine, la condizione diventa cronica.
Nell’ultimo stadio le “complesse” allucinazioni impediscono completamente all’individuo colpito di dare un senso alla realtà che lo circonda. In alcuni casi più estremi, le persone affette da tale patologia credono che anche i loro cari siano morti.