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In che modo l’empatia digitale può favorire la psicoterapia virtuale?

Nuove ricerche hanno evidenziato come la psicoterapia virtuale può aiutare chi ne ha bisogno in ogni momento. In seguito alla pandemia da COVID-19, molti psicoterapeuti hanno dovuto continuare a svolgere la propria professione online.

Tra i mezzi di aiuto più richiesti, le conferenze e le sedute online sono state sicuramente una fonte di sostegno per chi ne necessitasse. Ma l’empatia può davvero aiutare i professionisti nello svolgimento del loro lavoro? Ecco quello che devi sapere su questo argomento.

 I nuovi studi sull’empatia virtuale

In uno degli studi più recenti, molti individui hanno dichiarato di aver provato molta più empatia con i loro psicoterapeuti rispetto alle sedute tradizionali.

Tutto ciò si è rivelato molto importante perché durante questa relazione d’aiuto il paziente deve relazionarsi e connettersi col professionista, in modo da avviare con successo ogni fase del trattamento.

L’empatia digitale è stata definita come una dinamica basata sulle stesse caratteristiche dell’empatia tradizionale e che può svilupparsi attraverso l’espressione di comportamenti e comunicazione virtuali.

Le caratteristiche dell’empatia virtuale?

L’empatia digitale prevede una serie di competenze che, sicuramente, sono molto importanti in questo settore.

Tra queste rientrano l’abilità di analizzare e valutare lo stato emozionale della persona con la quale ci relazioniamo; sentirsi parte di una comunità; riconoscere, capire e valutare le emozioni degli altri; provare quello che provano gli altri; ricoprire un gioco di ruolo per immaginare le emozioni che l’altra persona sta vivendo in quel determinato momento e provare compassione online.

Gli studi condotti si sono svolti via Skype e con delle videochiamate su Whatsapp.

In base a quanto riportato dei risultati, più del 90% dei terapisti ha deciso di adottare questa strategia per seguire i pazienti, mentre i clienti hanno potuto beneficiare del supporto dei loro punti di riferimento anche durante le fasi di isolamento.

In alcuni casi, addirittura, molte persone hanno dichiarato di riuscire a entrare ancora più in confidenza con il proprio professionista attraverso questa modalità, in quanto si sentono più liberi di esporre i loro problemi e calarsi di più nella parte.

Cosa succederà in futuro?

Questi studi sono serviti a dimostrare che un vero professionista può seguire i suoi pazienti anche a distanza, ricorrendo a strategie e metodi che risultano essere in egual modo efficaci. 

La stessa cosa vale per i terapisti, che così riescono a svolgere la propria professione anche quando la pandemia raggiunge i picchi di contagio, non interrompendo trattamenti che, in alcuni casi, possono risultare di vitale importanza.

Di sicuro questa fase di transizione migliorerà sempre di più, poiché sempre più persone decideranno di ricorrere alla tecnologia per curare le proprie emozioni.

È presumibile che questo sistema riesca ad avvicinare sempre più pazienti e dottori, donando la possibilità risultati positivi e favorendo l’abilità e lo sviluppo delle capacità empatiche.

Se il sistema risulterà essere efficace, come riscontrato negli ultimi mesi, è possibile che, anche quando la pandemia verrà definitivamente sconfitta, questa nuova risorsa continuerà ad esistere e a potenziarsi sempre di più.

Molte persone decideranno di protendere per questa via piuttosto che per quella tradizionale, beneficiando della possibilità di ricevere il supporto senza muoversi di casa e anche qualora si manifestassero delle particolari esigenze.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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