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Le sfide inquietanti di TikTok: perché fare attenzione.

Oggi Tik Tok è diffuso in 154 paesi in tutto il mondo. Negli Stati Uniti, tra i 136 milioni di utenti raggiunti, la fascia di età più numerosa nel 2022 va dai 10 ai 19 anni.

Le linee guida del social affermano che l’esperienza completa di TikTok è per le persone di età pari o superiore ai 13 anni, e che gli account di persone sospettate di avere meno di questa età vengono rimossi.

Negli Stati Uniti questa limitazione non c’è e la piattaforma sostiene di aver creato un’esperienza limitata per il pubblico più giovane.

Algoritmo e informazioni sensibili

L’algoritmo “Per te” di TikTok è un feed di video generato dall’intelligenza artificiale (IA) basato sui contenuti che l’utente ha gradito o con cui ha interagito in passato.

Ogni video guardato da un bambino significa informazioni ottenute da TikTok riguardo ai suoi gusti, la sua attrazione fisica, il suo stato mentale e altre informazioni sensibili.

Le TikTok Challenges sono competizioni virali sull’app che possono essere create praticamente da chiunque riesca a lanciare un hashtag accattivante e un’idea. Le linee guida di TikTok affermano anche che non sono consentiti contenuti che promuovono atti pericolosi o che possono causare lesioni gravi o morte.

La piattaforma però agisce soltanto quando viene a conoscenza di un’infrazione, non potendo competere con l’algoritmo in anticipo. Le sfide possono quindi raccogliere milioni di visualizzazioni e condivisioni in poche ore.

Le 3 sfide più pericolose di TikTok

  1. Blackout Challenge: chiamata anche “gioco dello svenimento”, questa tendenza virale incoraggia gli utenti all’autostrangolamento fino a svenire, per raggiungere uno stato di coscienza alterato mediante la privazione dell’ossigeno. Questa sfida ha causato la morte di almeno 15 bambini negli ultimi 18 mesi. La maggior parte delle vittime aveva meno di 12 anni.
  2. Orbeez Challenge: le palline Orbeez sono piccole sfere colorate che, mescolate con l’acqua, si espandono in palline gelatinose. Originariamente erano destinate a essere usate come giochi sensoriali.

La sfida propone di usare le palline come proiettili nelle pistole softair, sparandole a sconosciuti. Alcune vittime sono state colpite mentre guidavano in autostrada o camminavano nel loro quartiere. La polizia ha affermato che i partecipanti potrebbero far fronte a cause penali, tra cui condotta disordinata, percosse e aggressione.

  1. The Invisible Challenge: la “sfida invisibile” consente alle persone di utilizzare un filtro dell’app chiamato “corpo invisibile”, che lascia un contorno della silhouette della persona. Può sembrare un gioco divertente, come il mantello dell’invisibilità di Harry Potter.

Ma è stato reso pubblico che alcuni utenti usano il filtro completamente nudi, e questo ha portato i curiosi a provare a “invertire” l’effetto per vedere cosa si nasconde dietro l’illusione ottica.

Di conseguenza alcuni hacker hanno promosso dei video contenenti informazioni su come “non filtrare” il filtro dell’invisibilità. Dopo aver cliccato sul loro collegamento, gli hacker riescono ad accedere a carte di credito, password, portafogli crittografici e altro.

Cosa può fare un genitore

La piattaforma offre i cosiddetti “Strumenti per il benessere digitale” a cui possono accedere i genitori di figli piccoli con TikTok. Un’opzione è la modalità “limitata”, che rimuove i contenuti che potrebbero essere inappropriati per utenti di età inferiore ai 13 anni, come nudità e violenza.

La modalità di sicurezza per la famiglia è l’opzione più completa e personalizzabile disponibile. Family Paring collega l’account TikTok di un bambino agli account dei genitori. Questo consente ai genitori di vedere i contenuti che il loro bambino sta visualizzando o con cui interagisce, selezionare limiti di tempo per l’uso, controllare le impostazioni sulla privacy e decidere se il bambino può cercare hashtag o video in diretta.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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