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Perché saper ascoltare è importante?

Gli esseri umani trascorrono gran parte della loro vita in conversazioni.

Oltre alle parole scambiate, acquisiamo informazioni, costruiamo connessioni e influenziamo la neurobiologia. Eppure, l’ascolto viene dato spesso per scontato.

Guy Itzchakov studia l’ascolto da 11 anni e sostiene che esso faciliti l’introspezione profonda, l’autorivelazione e la connessione sociale. Gli ascoltatori aprono continuamente le porte a chi parla, aiutando la persona a ottenere nuove intuizioni su se stessa.

Ascolto attivo o ascolto passivo

Perché spesso sottovalutiamo il potere dell’ascolto e siamo più preoccupati di sembrare dei bravi oratori? Secondo lo studioso, è per via della concezione errata che l’ascolto sia una abilità passiva. In realtà, l’ascoltatore è colui che dà il tono alla conversazione, usando comportamenti verbali e non verbali.

Più le persone si sentono ascoltate e più riescono a rivelarsi autenticamente, sentendosi meno ansiose e più connesse. E questo facilita la reciprocità.

L’ascolto di qualità è un processo faticoso che richiede tempo ed energia. È impossibile che tutte le nostre interazioni implichino questo tipo di ascolto, ma quando lo sperimentiamo può avere un grande impatto.

Tre caratteristiche dell’ascolto di qualità

Il primo ingrediente importante per il buon ascolto è l’attenzione. I comportamenti non verbali, come la postura, lo sguardo, la voce e il contatto visivo rientrano in questa categoria.

Se l’oratore percepisce che l’ascoltatore lo sta guardando, si sentirà rassicurato nell’avere ancora la sua attenzione. Se si accorge che sta guardando da un’altra parte, potrebbe preoccuparsi di starlo annoiando o di parlare troppo.

Il secondo ingrediente è la comprensione. Possiamo far sentire le persone capite con il nostro ascolto. Possiamo fornire ad esempio una riflessione, parafrasare o riassumere ciò che l’oratore ha detto, e assicurarci di aver capito bene.

Un’altra strada è fare domande. Una buona domanda, che mette i bisogni dell’oratore al di sopra della curiosità dell’ascoltatore, comunicherà interesse e voglia di sapere di più.

La terza componente è l’intenzione positiva. Un approccio non giudicante non significa essere d’accordo con tutto ciò che dice l’altra persona. Significa accettare la libertà di chi parla di esprimere ciò che vuole.

Benefici e personalità

Gli studi indicano grandi benefici per chi si sente ascoltato, e migliori rendimenti sul lavoro. Per gli ascoltatori, migliorare in questo aspetto permette di gestire meglio le conversazioni difficili. I buoni ascoltatori inoltre sono sempre molto apprezzati.

Alcune persone sono più portate per l’ascolto grazie alla loro personalità, ma è anche qualcosa che si affina con la formazione. Inoltre, si tratta di un processo molto intimo e può avere effetti diversi da persona a persona.

In una relazione romantica, lo scarso ascolto del partner può essere interpretato come scarso supporto. Sul posto di lavoro, se un collega controlla continuamente i messaggi mentre parliamo con lui, potrebbe sembrare maleducato e irrispettoso.

Come ascoltare ed essere ascoltati

Non è facile mettere da parte i propri giudizi, ma si può fare perché si tratta di un comportamento attivo. La prima chiave è la consapevolezza. Tenere a mente che anche i comportamenti non verbali possono influenzare l’oratore e la conversazione.

Non bisogna però combattere i propri pensieri e reazioni interiori, il rischio è quello di distrarsi dalla conversazione. Piuttosto pensare di imparare qualcosa di nuovo, sulla persona che stiamo ascoltando o da loro. Di solito, chi crede che l’ascolto in sé possa servire a qualcosa, sarà un ascoltatore migliore.

Un buon modo per farsi ascoltare invece è quello di raccontare una storia. Ma siccome non è sempre possibile farlo, bisogna ricordarsi di ascoltare anche gli altri. Non dimentichiamo mai che si tratta di un processo di reciprocità.

“Essere ascoltati è così vicino all’essere amati, che per la persona media sono quasi indistinguibili” – David W.Augsburger

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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