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Ecco come gli stati ansiosi hanno raggiunto il picco durante la pandemia

Uno studio pubblicato su un’importante rivista medica americana, ha evidenziato che negli mesi, in seguito all’emergenza sanitaria indetta dalla presenza del Covid19, gli stati ansiosi e gli attacchi di panico hanno raggiunto livelli molto alti.

Tutto ciò è stato evidenziato dai dati raccolti da Google, che ha saputo dimostrare che questa situazione non è contenuta esclusivamente presso i confini degli stati americani, ma che si tratta di una condizione che risulta essere omogenea in tutto il mondo.

La preoccupazione che questo virus sconosciuto ha portato con sé ha fatto capolino nella vita di ogni individuo, a prescindere dalla sua nazionalità e dalla sua provenienza geografica.

Uno studio completamente virtuale

Gli studiosi coinvolti in questa ricerca hanno deciso di analizzare i dati necessari al loro studio affidandosi completamente al web e ai diversi motori di ricerca che vengono utilizzati su internet in tutto il mondo, in quanto consultare dati medici e cartelle cliniche sarebbe stato troppo impegnativo e dispersivo.

Dopo essere entrati in possesso dei dati necessari allo svolgimento dell’analisi in questione, essi hanno deciso di compiere degli studi mirati in base ai diversi momenti dell’epidemia, analizzando scrupolosamente i vari mesi dell’anno.

Dall’inizio della pandemia ai primi giorni di maggio, gli attacchi di ansia e di panico sono aumentati in modo esponenziale, ed il picco si è  raggiunto durante il mese di marzo, nonostante i dati raccolti fino a metà aprile siano stati poco incoraggianti.

Successivamente si sono poi verificati altri comportamenti che hanno influito sull’ incidenza di questi attacchi di ansia, come ad esempio l’isolamento e l’ allontanamento sociale dato dalla mancata possibilità di poter uscire di casa.

La pandemia ai tempi di Google

Durante gli ultimi mesi del 2020 è stato possibile osservare come le principali ricerche effettuate su motori di ricerca come Google sono state improntate ad argomenti relativi allo stress e all’ ansia, stati d’animo che sono notevolmente aumentati in seguito alla comparsa del coronavirus.

Secondo quanto dichiarato dai ricercatori implicati in questo studio, i dati recuperati durante questa fase sperimentale andrebbero costantemente monitorati, al fine di tenere sotto controllo gli influssi che tali motivi potrebbero avere sulla salute mentale degli individui, e ciò al fine di individuare le problematiche che potrebbero comportare l’insorgenza di episodi di isteria di massa e attacchi di panico sempre più diffusi.

A tale scopo, andrebbero prese delle misure volte a tutelare le condizioni psicologiche dei consumatori attraverso dei programmi di sostegno da rivolgere a tutti coloro che si sentono schiavi di questa pericolosa situazione che potrebbe peggiorare con il passare del tempo.

Tutto ciò potrebbe avvenire promuovendo delle pagine di intervento che farebbero la loro comparsa laddove si vadano a ricercare tematiche importanti come l’ansia e lo stress.

In questo modo, ogni soggetto che si sentisse schiavo di pulsioni e comportamenti poco gratificanti per la propria indole potrebbe trovare sostegno e conforto da parte di professionisti ed esperti del settore, che potrebbero coinvolgerlo in percorsi riabilitativi e improntati sulla singola persona, in modo da poter eliminare la presenza costante di ansia e stress prima che essi diventino invalidanti per la vita dell’individuo stesso.

About Silvia Faenza

Ciao sono Silvia Faenza, mi sono Laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all'Università del Salento, nel 2014. Dal 2015 mi occupo della gestione dei contenuti per aziende e agenzie editoriali online, principalmente in qualità di ghostwriter, copywriter e web editor.

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