La sindrome della Crocerossina è un termine che viene usato in psicologia per riuscire a descrivere quel comportamento che alcune persone hanno in modo ricorrente e che le vede volersi impegnare a “salvare” gli altri.
Questo comportamento che nella maggior parte dei casi avviene in modo inconsapevole può essere una manifestazione di eccessiva empatia ma anche un meccanismo di difesa dovuto a delle problematiche emotive che non si riescono a risolvere.
Nonostante il termine sia associato alla figura femminile, questa sindrome si può manifestare anche negli uomini e può assumere la denominazione di “sindrome del crocerossino”. Ma vediamo nel dettaglio: cos’è e quali sono le implicazioni che porta negli uomini e nelle donne a soffrire della sindrome della crocerossina.
Cos’è la sindrome della crocerossina?
Questa sindrome indica il comportamento di una persona che tende a dedicare sé stesso alla cura, supporto e alla ricerca di redimere degli individui che sono in evidente difficoltà: fisica, psicologica, emotiva o finanziaria.
In generale, le persone che soffrono di questa sindrome sono alla ricerca di un modo per riuscire a trarre un senso di valore personale che deriva dalla soddisfazione di aiutare gli altri, andando anche a sacrificare i propri bisogni.
Il comportamento non deriva solo da una predisposizione al voler aiutare ma anche a un bisogno di sentirsi amati e ringraziati da quello che si fa, un modo per validare anche la propria identità.
Le cause della sindrome della crocerossina
La sindrome della crocerossina soprattutto quando vede questo comportamento che si perpetra nel tempo può avere radici profonde e al contempo in genere deriva da problematiche psicologiche irrisolte.
In molti casi, sono proprio le esperienze infantili a portare alla sindrome della crocerossina. I bambini o le bambine che sono vissute con un genitore assente, con un genitore emotivamente indisponibile o dipendente dall’altro, può aver portato il bambino ad assumere un ruolo di supporto che però non era appropriato alla sua età.
Anche la bassa autostima di sé stessi può portare alla ricerca di approvazione mediante il supporto degli altri e indurre a voler salvare qualcuno per riuscire a confermare a sé stessi che si ha un valore personale.
In alcuni casi, questo comportamento deriva dalla necessità di tenere tutto sotto controllo. Infatti, non si tratta di un reale gesto di altruismo ma si vogliono “aiutare” gli altri al fine di poterli controllare e di far sì che l’altra persona si senta indispensabile e mantenga con il suo “salvatore” un legame affettivo.
Infine, tra le diverse motivazioni che portano a sviluppare la sindrome della crocerossina c’è anche la paura dell’abbandono. In questo caso si sente il bisogno di aiutare gli altri e di offrire loro il proprio supporto incondizionato, semplicemente perché si ha paura di rimanere soli e si desidera avere quella persona sempre al proprio fianco legandola a sé perché la si sta aiutando.
Come si manifesta la sindrome della crocerossina?
Le persone con questa sindrome in genere possono presentare alcuni tratti distintivi, nello specifico si denotano alcuni schemi comportamentali che si ripetono in tutti coloro che soffrono di questa sindrome.
Ad esempio, le persone che ne sono affette provano:
- Attrazione verso partner o amici con difficoltà evidenti, come dipendenze, problemi emotivi o situazioni di disagio.
- Tendenza a mettere i bisogni degli altri davanti ai propri, anche a costo della propria salute psicofisica.
- Difficoltà a dire “no” o a stabilire confini chiari nelle relazioni.
- Senso di colpa o si sentono inutili quando non possono aiutare qualcuno.
- Relazioni di coppia spesso sbilanciate, in cui il “crocerossino” o la “crocerossina” assume il ruolo di salvatore e l’altro quello di “vittima”.
Se non riconosciuta e gestita, la sindrome della crocerossina però può avere delle conseguenze significative sia sulla salute mentale sia sul benessere generale. Infatti, nella maggior parte dei casi il costante sacrificarsi per gli altri porta a uno stress cronico e al burnout emotivo.
Come liberarsi dalla sindrome della crocerossina?
Per liberarsi da questa sindrome è necessario innanzi tutto riflettere sui propri comportamenti e capire se si è davvero afflitti o meno da questa condizione. In genere si riconosce questo comportamento quando diventa patologica la tendenza a mettersi a disparte e a fare sempre qualcosa per gli altri, in modo anche lesivo per sé stessi.
Per riuscire a comprendere realmente se si soffre di sindrome della crocerossina e individuare anche le radici del problema, oltre che le possibili soluzioni sarebbe bene rivolgersi sempre a un professionista della salute mentale.