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Prosopagnosia: 4 modi per aiutare chi non riconosce i volti

Una delle patologie meno conosciute, eppure più diffuse nella popolazione di tutto il mondo è la prosopagnosia, una particolare patologia per la quale chi ne soffre non riconosce i volti delle altre persone.

Non è cieco, anzi vede benissimo, e non ha problemi di memoria; semplicemente, non riesce a collegare i tratti facciali di una persona con l’idea che ha di quella persona.

Chi ne soffre ha problemi a salutare le persone, a volte a iniziare dialoghi, e sarà spesso al centro di situazioni imbarazzanti; eppure se abbiamo a che fare con una di queste persone ci sono una serie di modi per aiutarli e farci riconoscere, per iniziare un dialogo del tutto normale.

1. Il tono della voce e le parole

Le parole sono uno dei rimedi migliori per interagire chi soffre di questa patologia.

Ricordare per esempio, se si incontra per strada, chi siamo (dicendo “Sono Tizio”) è l’incipit che permette a quella persona di ricordare noi e tutto ciò che è legato a noi; se non riconosce il volto, infatti, non significa che non si ricordi affatto di noi.

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About Valerio

Mi chiamo Valerio Guiggi, redattore da diversi anni, soprattutto per passione e mi occupo di diverse tematiche. "A quanto possiamo discernere, l’unico scopo dell’esistenza umana è di accendere una luce nell’oscurità del mero essere. (Carl Gustav Jung)"  (per contatti valerioguiggi[@]gmail.com)

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