La perdita dell’udito è statisticamente connessa alla demenza, e diversi studi epidemiologici sostengono che possa essere responsabile di un decimo dei 47 milioni di casi di demenza attualmente censiti in tutto il mondo. Pubblicato sulla rivista Neuron, uno studio da parte di un team di ricercatori dell’Università di Newcastle, nel Regno Unito, fornisce una nuova teoria per spiegare come un ...
Read More »Roberto Rossi
Flessibilità cognitiva, ecco come si forma nei bambini
La flessibilità cognitiva è un concetto che si riferisce alla capacità di passare prontamente da un processo mentale all’altro in risposta a stimoli esterni e a diverse esigenze produttive. Per esempio, quando il nostro cervello sta elaborando un compito, potrebbe andare incontro a uno stimolo esterno che ci richiede di cambiare i nostri processi mentali per rispondere a tale nuovo ...
Read More »L’ansia negli adolescenti: un nuovo farmaco potrebbe trattarla
I disturbi d’ansia sono una condizione mentale sempre più comune in buona parte del mondo. Disturbi che non solo sono diffusi nei bambini e negli adolescenti, ma – se non curati – in grado di trascinarsi nei pazienti adulti, con ciò che ne consegue in termini di costo personale ed economico. Ebbene, partendo da tale importanza per il singolo e ...
Read More »In che modo il cervello organizza le informazioni?
Diverse regioni del cervello permettono di dare una differente priorità alle informazioni, in modo da poter elaborare in modo efficiente ciò che vediamo. Ebbene, proprio per poter indagare in maniera più profonda come avviene questo particolare meccanismo, un nuovo studio condotto da un team di neuroscienziati ha scoperto che una regione specifica, la corteccia occipitale, gioca un ruolo molto particolare. ...
Read More »Il sovrappeso influisce sulle funzionalità della mente
Man mano che il peso di una persona sale, tutte le regioni del cervello diminuiscono l’intensità della loro attività, e il flusso sanguigno, secondo un nuovo studio pubblicato sul Journal of Alzheimer’s Disease, peggiora. In quello che è uno dei più grandi studi che collegano l’obesità con le disfunzioni cerebrali, gli scienziati hanno analizzato oltre 35.000 scansioni utilizzando la tomografia ...
Read More »Parlato e altri suoni sono “codificati” in modo diverso dal cervello umano
Il cervello degli esseri umani è in grado di riconoscere e di reagire senza alcuno sforzo ai suoni naturali ed è ancor più particolarmente sintonizzati sul “parlato”. Nel recente passato alcuni studi sono stati condotti con la finalità di localizzare e comprendere quali parti del cervello siano deputate a interpretare il parlato, ma poiché le stesse aree cerebrali sono per ...
Read More »In che modo il nostro cervello elabora le minacce esterne?
Il nostro cervello ha la capacità di gestire una minaccia percepita in modo diverso a seconda di quanto si ritiene che sia a noi vicina. In particolare, se la minaccia è ritenuta “lontana”, il cervello impegna un numero crescente di aree in grado di risolvere i problemi. Se invece la minaccia è ritenuta “vicina”, allora è il proprio istinto animale ...
Read More »Come funziona l’ormone dell’amore?
Durante il recente blocco determinato della pandemia da nuovo coronavirus, poiché le coppie di partner… sono state costrette a trascorrere giorni e settimane in compagnia l’una dell’altra, alcune hanno potuto rinnovare e rinvigorire il proprio amore, mentre altre sono “scoppiate”. Ma perché? L’ossitocina, un peptide prodotto nel cervello, è il responsabile. Si tratta infatti di un neuromodulatore che può unire ...
Read More »Olio di pesce utile come antidepressivo
Uno studio pubblicato su Molecular Psychiatry sta dimostrando che le cellule staminali adulte derivate da pazienti, possono essere utilizzate per modellare il disturbo depressivo maggiore e testare come un paziente può rispondere ai farmaci per tale condizione. In particolare, usando cellule staminali di adulti con una diagnosi clinica di depressione, i ricercatori dell’Università dell’Illinois (Chicago) che hanno condotto lo studio, ...
Read More »Pensare negativamente aumenta il rischio di Alzheimer
Un costante modello di pensiero negativo può aumentare il rischio di malattia di Alzheimer, sostiene un nuovo studio condotto dall’UCL. Nell’analisi, realizzata su persone di età superiore ai 55 anni, e pubblicato su Alzheimer & Dementia, i ricercatori hanno rilevato che il ‘pensiero negativo ripetitivo’ è legato al successivo declino cognitivo così come la deposizione di proteine cerebrali dannose legate ...
Read More »
Psico.it Psicologia, Psicoterapia e Benessere